Avvolto da un cappotto scuro, Vladimir Putin scende dal suo elicottero e stringe la mano agli ufficiali dell’esercito giunti ad accoglierlo, per poi partecipare ad un incontro del comando militare delle regioni di Kherson e Lugansk – a cui regala una icona ortodossa. Lungo il tragitto in macchina verso la base dell’esercito russo nel Lugansk, si intravede brevemente la Z che simboleggia l’aggressione dell’Ucraina sul fianco di un velivolo da combattimento. Nei video della visita del presidente russo pubblicati ieri dal Cremlino, lo stesso copione si ripete in entrambe le regioni che Mosca rivendica come proprie dopo i referendum illegali dello scorso settembre.

LA DATA PRECISA della visita non è possibile da collocare con certezza: benché alle agenzie russe il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov abbia dichiarato che gli incontri hanno avuto luogo lunedì, nel video, poi editato, si sente Putin affermare che la Pasqua (quella ortodossa è stata domenica 16 aprile) «è in arrivo». Conta però relativamente poco quando sia effettivamente avvenuta la visita, rispetto al simbolismo di pubblicare i video proprio nel giorno in cui il mercato della città di Kherson – liberata lo scorso novembre dalle truppe ucraine – viene colpito dall’artiglieria russa che ha ucciso un uomo e fatto nove feriti. Lo riporta in una nota su Telegram il governatore regionale ucraino Oleksandr Prokudin. Altrettanto “simbolica” la pioggia di colpi d’artiglieria russa che ha colpito la regione di Kherson proprio nel giorno della Pasqua ortodossa.

PARLANDO con la stampa, Peskov ha anche “giustificato” l’assenza, durante la visita di Putin, del ministro della Difesa Sergei Shoigu e del capo delle forze armate di Mosca , il generale Valery Gerasimov, spiegando che sarebbe stato «troppo rischioso» avere tutti e tre i «comandanti» nello stesso luogo.
Ieri, in contemporanea alla pubblicazione del video del Cremlino, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto una visita al fronte: ad Avdiivka, nel Donetsk, ha incontrato i comandanti dell’esercito e conferito onorificenze ai soldati. «Ho l’onore di essere qui oggi – ha detto – per ringraziarvi del vostro servizio». Nel video pubblicato da Kiev, si vede anche la distruzione causata nella città, una sequela di edifici sventrati dai combattimenti e dai bombardamenti russi.

Intanto, a Mosca, la giornata di ieri è stata anche segnata dal rigetto dell’appello di Evan Gershkovich, il giornalista del Wall Street Journal in attesa di processo con l’accusa di spionaggio. I suoi legali avevano chiesto che potesse lasciare il carcere – la prigione di Lefortovo, a Mosca – in attesa dell’inizio del procedimento contro di lui, per il quale rischia fino a 20 anni di carcere: i servizi di sicurezza russi sostengono abbia raccolto segreti di stato per conto dell’intelligence americana. A nulla è valsa l’offerta di una cauzione di 50 milioni di rubli (più di 555.000 euro), e la presenza dell’ambasciatrice Usa in Russia Lynne Tracy: la custodia cautelare è stata estesa fino al 29 maggio, con la possibilità di venire ulteriormente prolungata.

L’AMBASCIATRICE statunitense a Mosca, insieme ai suoi omologhi di Regno unito e Canada, ieri è stata anche convocata dal ministero degli Esteri. La portavoce Maria Zakharova li accusa di «gravi interferenze negli affari interni della Russia» per i loro commenti alla condanna a 25 anni di carcere del dissidente Vladimir Kara-Murza