Di fronte alla minaccia nucleare di Putin, la Francia ha chiesto la convocazione d’urgenza, domani lunedì  alle ore 15, del Consiglio di sicurezza dell’Onu, sulla crisi umanitaria e dei rifugiati, per garantire l’invio di aiuti all’Ucraina «senza ostacoli». La Russia, che proprio fino a lunedì 28 febbraio ha la presidenza del Consiglio di sicurezza, non si è opposta. L’obiettivo di Parigi è insistere sull’isolamento di Mosca, già venuto alla luce con l’ultimo voto all’Onu, venerdì notte, che ha visto la Russia sola a opporsi alla condanna dell’aggressione, mentre Cina, Emirati Arabi Uniti e India si sono astenuti (e 11 paesi hanno approvato). Emmanuel Macron ha cercato di portare gli Emirates, che dal 1° marzo avranno la presidenza del Consiglio di sicurezza, nel campo occidentale, ma invano: troppi interessi legano Abu Dhabi alla Russia.

Ieri, l’Unione europea ha preso tre decisioni di grande importanza, in tempi ristretti – cosa assolutamente inabituale – e all’unanimità: gli stati europei chiudono lo spazio aereo ai russi, «anche ai jet degli oligarchi», ha specificato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: gli aerei russi non potranno più sorvolare, né partire né atterrare nello spazio Ue. Ancora più significativo per la storia della Ue, Bruxelles ha deciso di finanziare «acquisto e fornitura» di armi all’Ucraina, come chiesto da Kiev.

Verrà attivata una linea di finanziamento di emergenza, per fornire alle forze ucraine, ha precisato von der Leyen, «armi letali, carburante, equipaggiamenti di protezione e forniture mediche». È una svolta per la Ue, come è stata la vigilia una svolta per la Germania decidere di aiutare con armamenti l’Ucraina, mentre finora Berlino aveva rifiutato di dare armi «letali» all’estero: ieri al Bundestag è stato approvato un budget militari di 100 miliardi, per l’Spd una svolta dal 1945.

È la fine di un tabù, per la Ue, che stabiliva che l’Unione non avrebbe fornito armi a belligeranti. Anche un paese neutrale come la Svezia, ha deciso di fornire all’Ucraina delle armi anti-carro.

Come terza misura, la Ue ha deciso ieri di mettere al bando la «macchina mediatica” del Cremlino, la tv RT, che trasmette in varie lingue, l’agenzia Sputnik e le loro filiali: trasmettono «menzogne”, con l’obiettivo di «seminare la divisione” nella Ue. RT è già stata proibita in Germania ed è nel mirino in Gran Bretagna (la Russia ha risposto chiudendo DeutscheWelle). In Francia, RT si era distinta nella campagna elettorale del 2017 per la propaganda anti-Macron e il presidente francese lo ha ancora ricordato nella conferenza stampa a Mosca, dopo l’incontro con Putin.

Nella notte, la Ue ha preso delle decisioni sull’esclusione delle banche e delle strutture economiche russe dal sistema Swift: è il sistema nervoso degli scambi internazionali. Non si tratta di un’esclusione generale, ci sono le riserve tedesche e italiane, ma è pronta una lista di banche e istituzioni che saranno esclusi, che dovrebbe essere resa nota lunedì, all’apertura dei mercati. Inoltre, la Ue gela gli averi della Banca centrale russa.

In precedenza, è già stato deciso di colpire al portafoglio gli oligarchi, bloccando i loro averi nella Ue (appartamenti, conti in banca, investimenti, yachts ecc.). Ieri, c’è stata una riunione dei ministri degli Interni, per far fronte alla crisi dei rifugiati, cn un impegno di solidarietà verso i paesi più esposti, a cominciare dalla Polonia, che con l’Ungheria è sempre stata ostile a condividere l’accoglienza con i partner in altre crisi.

Decise sanzioni anche per la Bielorussia, «complice».

Continua l’attività diplomatica per cercare di arrivare al cessate-il-fuoco: domani saranno a Parigi Ursula von der Leyen, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, per partecipare con Emmanuel Macron all’European Round Table.

FINE