«Potrebbe essere iniziata» scrive Pavlo, che abbiamo incontrato un mese fa nei pressi di Ocheretyne, oggi conquistata dai russi. Il suo reparto è tra quelli dislocati in seconda linea per contenere l’offensiva russa degli ultimi giorni. Alla domanda «ma i russi hanno sfondato?» Pavlo, tra un insulto e l’altro per i nemici, ammette che la situazione è drammatica e che le posizioni che avevamo visitato insieme sulla jeep della sua unità ora sono perse. «Per ora teniamo però» aggiunge, «non scrivere che l’Ucraina ha perso, mi raccomando», aggiunge con un’emoji sorridente. Proviamo a chiedere anche delle dichiarazioni di Macron, ma la connessione di interrompe e il messaggio non viene consegnato.

SONO ORE DIFFICILI, lungo il fronte est. «La situazione è tale che il nemico è riuscito a sfondare a Ocheretyne. Una parte, sotto controllo nemico, è sotto il nostro controllo di fuoco. Sono in corso pesanti combattimenti, le Forze armate ucraine stanno controllando la situazione» ha dichiarato un portavoce militare di stanza nell’est. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che anche il villaggio di Berdychi è stato occupato, dopo che gli ucraini avevano iniziato ad abbandonare le posizioni difensive durante il fine settimana. «Ritirata tattica» aveva spiegato il Comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, aggiungendo che la decisione è stata presa per «salvare la vita dei nostri difensori». Qui notiamo subito un elemento: la nomina di Syrsky ha spaventato i soldati ucraini per la fama di «macellaio» che il generale portava con sé dai tempi di Bakhmut. Poi la ritirata di Avdiivka ha sollevato nuove polemiche da parte dei soldati per la mancata gestione delle vie d’uscita e la carneficina che ne è conseguita. Ora Syrsky dice di voler salvaguardare le vite dei suoi e di sicuro gli saranno grati i reparti che si trovavano nei pressi di Ocheretyne nelle scorse ore. Ma è importante osservare che se si vuole evitare una Caporetto (e si noti che molte testate avevano già usato questa similitudine dopo la sconfitta di Avdiivka) il morale dei soldati deve essere in cima alle preoccupazioni dei generali. Per ora, come dice Pavlo e come confermano molte altre fonti inclusi i rilievi satellitari, il fronte non si è spezzato. Ogni assalto, tuttavia, rischia di far precipitare la situazione. Ocheretyne si trova 20 km a nord-ovest di Avdiivka, lungo la stessa direttrice di Berdychi e da qui i russi potrebbero tentare l’assalto a Pokrovsk, la prossima roccaforte dei difensori nonché uno snodo stradale molto importante.

PARALLELAMENTE i soldati di Mosca tentano di sfondare ai lati, Kostantinivka a nord e Kurakhove a sud. A poca distanza Chasiv Yar ormai è «carbonizzata», come mostra un filmato ripreso con un drone da Associated Press. Per questo piccolo villaggio alle spalle di Bakhmut è solo questione di tempo. La manovra fin qui è chiara: costringere gli ucraini a difendersi in più punti per indebolirne le posizioni il più possibile. Nel frattempo l’artiglieria e l’aviazione russa continuano a martellare e le nuove armi statunitensi non sono ancora arrivate.
Le notizie dal campo sono talmente poco rassicuranti che in una lunga intervista su The Economist il presidente francese Emmanuel Macron è tornato a parlare della possibilità di intervento militare diretto. «Abbiamo senza dubbio esitato troppo» ha detto il capo dell’Eliseo, «mettendo dei limiti alla nostra azione verso qualcuno che non ne ha più e che è l’aggressore. Io ho un obiettivo strategico chiaro: la Russia non può vincere in Ucraina». Macron ha poi rievocato il timore che se la Russia vincesse «non avremo più sicurezza in Europa» in quanto «nessuno può assicurarci che Putin si fermerà all’Ucraina». «E quale credibilità per gli europei» ha concluso il presidente francese, «che avrebbero speso miliardi, che avrebbero detto che era in gioco la sopravvivenza del continente e che non si sarebbero concessi poi gli strumenti per fermare la Russia?».

LE CONDIZIONI per un intervento diretto, però, sarebbero due: se Mosca «sfonda le linee del fronte» e se Kiev lo richiede. Da Mosca la portavoce del ministero della Difesa Zakharova ha derubricato le dichiarazioni di Macron a una sorta di ciclo. «Hanno a che fare con i giorni della settimana» ha detto alla Tass Zakharova, «questo è il suo ciclo». In pieno clima pre-elettorale, il ministro dei trasporti italiano Salvini ha scritto sui propri canali on-line: «Mai un soldato italiano a morire nel nome di Macron».