Purdue Pharma, il produttore di Oxycontin, farmaco diventato emblema dell’epidemia di oppioidi negli Stati uniti, ha presentato istanza di fallimento e annunciato un piano da 10 miliardi di dollari per risolvere più di 2mila cause legali intentate da Stati e governi locali che accusano la società di aver provocato e alimentato la crisi.

La società, di proprietà della famiglia miliardaria Sackler, è accusata di aver minimizzato il rischio di dipendenza nel marketing del suo famigerato antidolorifico da prescrizione, considerato un sostituto della morfina, e ha dichiarato fallimento chiedendo protezione sotto il Chapter 11 (bancarotta assistita), che consente alle imprese che vi ricorrono una ristrutturazione a seguito di un grave dissesto finanziario. In questo caso il Chapter 11 avrebbe lo scopo di bloccare le cause legali.

Il gruppo si augura di raccogliere 10 miliardi per chiudere le migliaia di denunce sul caso degli oppioidi. Secondo l’accordo proposto, la famiglia Sackler dovrebbe conferire la società a un trust controllato dai ricorrenti, vendere la società farmaceutica britannica Mundipharma e partecipare al piano con tre miliardi.

Rigetterebbe così la richiesta di alcuni procuratori di arrivare a cifre più alte, ma questa proposta – pare – sarà respinta da 26 Stati. Bisogna ora vedere se il giudice stabilirà se le obiezioni degli Stati sono sufficienti per affondare la soluzione proposta.

«Continueremo a lavorare con i procuratori di Stato e gli altri rappresentanti in modo da attuare questo accordo il più rapidamente possibile», ha dichiarato il presidente della società Steven Miller, specificando che Purdue Pharma prevede di creare un’altra società chiamata NewCo, che produrrà medicinali per invertire le overdose e continuerà a sviluppare un prodotto di naloxone Otc che fornirà a costo zero.

I Sackler sono in trattativa da settimane per risolvere i casi intentati da oltre duemila tra Stati, contee, comuni e governi di nativi americani. Ma il procuratore generale della Pennsylvania, Josh Shapiro, ha dichiarato che il caso è «tutt’altro che concluso»: «Questo apparente patteggiamento è uno schiaffo in faccia a tutti coloro che hanno dovuto seppellire una persona cara a causa dell’avidità di questa famiglia. Permette ai Sackler di uscirne da miliardari e di non ammettere alcuna violazione», ha detto alla Cnn.

Anche il procuratore generale di New York, Letitia James, non si è detta soddisfatta e ha rivelato di aver scoperto che la famiglia Sackler la scorsa settimana ha fatto bonifici per un miliardo di dollari tra i possessori di Purdue Pharma, le entità che controllano e le diverse istituzioni finanziarie.

Ora l’ufficio del procuratore generale di New York sta cercando di determinare quanti soldi possiedono i Sackler e dove sono. Nel documento della procura newyorchese si legge che Mortimer D.A. Sackler, ex membro del consiglio di amministrazione, è stato coinvolto in 137 bonifici per un totale di quasi 20 milioni di dollari, alcuni di recente.

Fino al 2018 ha ricevuto alcuni di questi trasferimenti e ha reindirizzato «parti sostanziali di tali proventi» a due altre entità che possiedono proprietà immobiliari per suo conto.

Sackler ha trasferito quasi 40 milioni alla Central Eight Realty Llc, che possiede una casa a New York per suo conto, mentre la Cherry Tree Holdings Llc che ne possiede una ad Amagansett, New York, per suo conto, ha ricevuto un bonifico di quasi quattro milioni.