Il protocollo d’accesso è stato firmato ieri a Bruxelles, nel quartier generale della Nato: presto Svezia e Finlandia entreranno a far parte del Patto Atlantico dopo che tutti e 30 i paesi membri avranno ratificato l’ingresso. Per poi inviare la loro ratifica non a Bruxelles ma a Washington, dove da articolo 10 del trattato «tali strumenti di accesso devono essere deposti presso il governo degli Stati uniti» – o in altre parole approvati dal presidente.

A presenziare insieme a Jens Stoltenberg a quello che il segretario generale della Nato ha definito «un momento storico per la Svezia, la Finlandia, la Nato e la nostra sicurezza comune» c’erano il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto e la sua omologa svedese Ann Linde, che su Twitter ha ringraziato i 30 per il loro «supporto». Ma prima che i membri Nato diventino effettivamente 32 potrebbero trascorrere mesi. Ogni paese infatti ha il proprio processo più o meno lungo di ratifica, come ricorda la minaccia turca di rimettere il proprio veto qualora le richieste di Ankara non vengano esaudite senza sgarrare di una virgola: «Il parlamento turco potrebbe non approvare», aveva ammonito Erdogan.

I primi a far pervenire a Washington il loro assenso – poche ore dopo la firma del protocollo a Bruxelles – sono stati invece Canada e Danimarca. «È stato un segnale positivo rivolto non solo a Svezia e Finlandia, ma anche agli altri membri Nato per segnalare che la velocità nella ratifica è importante – ha detto all’Associated Press il ministro degli Esteri danese Jeppe Kofod – speriamo che questo ispiri gli altri paesi a reagire velocemente».