Le primarie democratiche fra Jamaal Bowman e George Latimer, in corsa per il 16esimo distretto elettorale di New York, sono state le più costose della storia, in cui si sono sfidati due candidati che più diversi non potevano essere. Da una parte Bowman, 48 enne afroamericano del Bronx, socialista, filo palestinese, e dall’altra il 70enne George Latimer, parte dell’establishment, da sempre impegnato nelle assemblee legislative e negli uffici della ricca contea bianca di Westchester di upstate New York, filo israeliano. Ed è proprio sulla politica estera che il vecchio funzionario ha battuto il giovane attivista.

LA CAMPAGNA di Latimer è stata pesantemente sovvenzionata dall’American Israel Public Affairs Committee (Aipac), storica associazione il cui scopo è quello di contrastare i politici considerati contro Israele. Si parla di 25 milioni spesi da Latimer in pubblicità elettorale, che con questa cifra ha stabilito un record. Nella sua campagna, Bowman ha sottolineato il peso di questo finanziamento dell’Aipac, e l’ha definito senza mezzi termini «un’interferenza» che aveva il solo scopo di eliminarlo. Il deputato ha accusato Latimer e l’Aipac di averlo preso di mira perché critico verso Israele, e che questo era bastato per bollarlo di antisemitismo.

Queste primarie di New York hanno avuto una risonanza nazionale e hanno riacceso le rivalità tra l’establishment del partito, e l’ala più a sinistra, con Hillary Clinton che si è schierata per Latimer, mentre il senatore Bernie Sanders e Alexandria Ocasio Cortez hanno sostenuto Bowman, anche sfidando le temperature record di questi giorni per fare un comizio in South Bronx.

BOWMAN era parte della Squad, la Squadra, il gruppo di deputati dichiaratamente socialisti di cui fa parte Ocasio-Cortez, e che rappresenta questa nuova sinistra americana che si è fatta spazio grazie a Sanders. La sua sconfitta rappresenta un brutto colpo per il gruppo più a sinistra del caucus democratico della Camera, che da quando ha fatto capolino sulla scena politica, nel 2018, ad ogni elezione ha ampliato i propri ranghi. Quest’anno, invece, proprio Bowman è il primo parlamentare in carica a perdere le primarie contro uno sfidante, ribaltando lo schema per cui è il moderato in carica a perdere contro lo sfidante socialista.

IL 16ESIMO DISTRETTO è composto dalla metà meridionale di Westchester e da un unico quartiere del Bronx, e la lotta fra i due candidati è stata la lotta fra due approcci opposti sui temi razziali ma soprattutto sul conflitto in Medio Oriente. Latimer, che è attualmente l’executive della Contea di Westchester, da anni ha radici profonde nella comunità che rappresenta e che è ben più tradizionalmente ancorata ad Israele del South Bronx di Bowman, una delle aree più disagiate del quartiere più disagiato di New York.

SIN DALL’INIZIO della guerra di Israele ad Hamas, Bowman è stato spesso critico nei confronti del trattamento riservato da Israele ai palestinesi, e ha apertamente accusato Israele di genocidio. È stato uno dei soli nove democratici a votare contro una risoluzione in cui si dava sostegno a Israele e si condannava Hamas, in quanto non venivano nemmeno menzionate le sofferenze dei palestinesi. Latimer ha attaccato Bowman anche su questo, definendolo «uno showman», più preoccupato di crearsi un’immagine nazionale di candidato di estrema sinistra che impegnato per i suoi elettori, rinfacciandogli il voto contrario al disegno di legge sulle infrastrutture, uno dei più grandi risultati legislativi di Joe Biden.

CHE LA GUERRA in Medio Oriente sia un tema chiave di queste elezioni l’aveva dimostrato anche la mossa a sorpresa di Lily Greenberg Call, prima funzionaria ebrea dell’amministrazione Biden a lasciare il proprio incarico per protesta contro la gestione Usa della guerra a Gaza. Greenberg Call era stata nominata assistente speciale del capo dello staff del Dipartimento degli Interni da Joe Biden, all’inizio del 2023, ma ha consegnato le proprie dimissioni con una lettera di quattro pagine in cui ha criticato il «disastroso e continuo sostegno di Biden al genocidio di Israele a Gaza». Dal 7 ottobre quella di Greenberg Call è almeno la quinta dimissione di alto profilo dall’amministrazione Biden, ma la prima di una persona ebrea. «Sento di vivere davvero nella mia ebraicità difendendo i palestinesi e chiedendo la loro libertà», ha scritto.