Ci sono luoghi, scriveva Walter Benjamin nel suo colossale frammento su Parigi, capitale del XIX secolo, la cui esistenza invisibile rimanda al passato-presente della città, contribuendo a quella simultaneità di storie – trascorse, oniriche o mitiche – che compongono nel loro insieme l’identità segreta delle metropoli. Anche per questo il XXI secolo europeo ha eletto Berlino a specchio di se stesso e della sintesi inconclusa del proprio presente; e trent’anni dopo la sua scomparsa vede ancora nel Muro il più significativo dei suoi passages: è come se quello sbarramento fra est e ovest attraversi ancora la città e debba seguitare...