Dopo l’allarme di Roberto Cingolani sugli aumenti dell’energia ingiustificati dal mercato, e il riferimento del ministro della transizione ecologica a possibili «truffe», la procura di Roma ha aperto un fascicolo sui prezzi di benzina, gas e ed energia elettrica. Nessuno risulta ancora iscritto nel registro degli indagati, né sono state formulate specifiche ipotesi di reato. Ma con l’indagine i magistrati vogliono capire quali dinamiche abbiano fatto impennare i costi e se ci siano dei responsabili. Nel frattempo, il governo Draghi studia un decreto ad hoc e prende in considerazione alcuni possibili interventi.

I PREZZI PERÒ continuano a salire ancora. Secondo le rilevazioni di Quotidiano Energia «la media nazionale» del gasolio al dettaglio «supera di poco la benzina, posizionandosi sopra i 2,3 euro». Pochi centesimi meno si assesta la benzina. Salgono anche il Gpl e il metano per l’auto. Il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self – si legge – sale a 2,217 euro/litro. Il Codacons ha annunciato un esposto all’Autorità antitrust e a 104 procure di tutta Italia, chiedendo di aprire indagini sul territorio. di mobilitare la Guardia di finanza e accertare eventuali speculazioni e illeciti. L’associazione dei consumatori paventa i reati di «truffa aggravata, aggiotaggio e manovre speculative su merci».

IL PRESIDENTE di Coldiretti Ettore Prandini allarga ulteriormente lo spettro della questione: «Bisogna intervenire per contenere il caro gasolio e ridurre la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari». La relazione tra i due mercati è presto detta: «Il caro gasolio ferma i trattori nelle campagne, spegne le serre di fiori e ortaggi e blocca i pescherecci italiani nei porti, aumentando la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari», spiegano da Coldiretti. Si calcola che quasi un imprenditore su tre sarà costretto a ridurre la produzione. E che il prezzo medio del gasolio per la pesca sia cresciuto del 90%: secondo Coldiretti Impresapesca il carburante rappresenta ormai la metà dei costi che devono sostenere le aziende. Sono dati che fanno intuire l’effetto domino del caro-energia su tutti i settori produttivi. Anche produttori di mangimi dicono che a questo punto gli aumenti a cascata per loro saranno inevitabili. «Senza ulteriori interventi c’è il rischio di rincari per il terziario di oltre il 160% e per il caro carburanti 21 miliardi di extra costi per il solo autotrasporto», dicono da Confcommercio.

DA QUESTI SEGNALI di allarme derivano anche le richieste delle forze politiche. È riapparso anche Silvio Berlusconi, che in qualità di parlamentare europeo annuncia di aver presentato un’interrogazione alla Commissione per sostenere «un’aliquota massima di accisa da applicare a ogni stato membro», per chiedere di «compensare gli stati membri più colpiti dalle mancate importazioni petrolifere dalla Russia» e proporre «un meccanismo unico europeo di negoziazione delle principali materie prime». Ma per Matteo Salvini non c’è tempo, soprattutto non bisogna aspettare che si muova l’Europa: «Questa settimana ci aspettiamo il blocco dell’Iva e delle accise su gasolio, luce e gas». Per Carlo Calenda, la riduzione delle accise deve essere bilanciata dalla «tassazione degli extraprofitti». Giuseppe Conte chiede «un Energy recovery fund» e un «nuovo scostamento di bilancio». «Su questo fronte, dal governo ci aspettiamo un approccio coraggioso», dicono i 5 Stelle.

IN SERATA da Palazzo Chigi fanno sapere di aver recepito il messaggio. Si annunciano ulteriori misure per arginare i rincari delle bollette, ma anche un intervento ad hoc per tagliare il prezzo della benzina e del diesel. Si parla di uno o più provvedimenti che «potrebbero essere pronti già questa settimana», riferiscono fonti governative: probabilmente saranno sul tavolo de consiglio dei ministri di giovedì. Utilizzando l’extragettito dell’Iva sui carburanti di questi mesi (200 milioni solo nel mese di marzo), i prezzi potrebbero scendere da subito del 10%. L’esecutivo, è il messaggio recapitato ai partiti della maggioranza, sta valutando «di intervenire sugli extraprofitti delle imprese di alcuni dei settori interessati, preservando la stabilità della finanza pubblica».