Abrogazione del titolo 1 comma 13 del dl Pnrr che taglia 1,2 miliardi alle regioni relativi a opere per la sicurezza sismica delle strutture ospedaliere: è la richiesta al governo della Conferenza delle regioni. In caso contrario, i presidenti sono pronti a rivolgersi alla Corte Costituzionale. Non è l’unica grana relativa alla Sanità. La Ragioneria di Stato nella sua relazione ha sottolineato le criticità rispetto ai Livelli essenziali di assistenza: «Si chiede al ministero della Salute, in occasione del riparto delle disponibilità finanziarie, di rendere indisponibili le risorse preordinate all’entrata in vigore delle nuove tariffe e quelle per l’aggiornamento dei Lea, pari a 631 milioni per il 2024 e a 781 milioni a decorrere dal 2025, fino all’effettivo utilizzo delle risorse per le finalità indicate dalle norme».

La coperta è corta, gli enti locali dirottano la spesa su altre voci rimandando l’entrata in vigore dei servizi previsti dai nuovi Lea, finanziati con quelle poste di bilancio. Così i fondi per l’aggiornamento delle tariffe della specialistica e protesica, in mancanza di provvedimenti attuativi, «sono stati utilizzati per coprire altre occorrenze della spesa sanitaria e soprattutto inefficienze/squilibri dei loro servizi sanitari. Forse questo è il principale motivo per la richiesta di proroga da parte regionale». Il riferimento è alla proposta di slittamento dell’entrata in vigore delle nuove tariffe per i Lea dal primo aprile 2024 al primo gennaio 2025 ma la Ragioneria invita il ministero a rendere «indisponibili» per altri utilizzi le risorse finalizzate ai Lea.

Sempre secondo i tecnici, «le differenze nell’erogazione di prestazioni tra le regioni, con l’ulteriore posticipo proposto, consoliderebbero le disparità assistenziali che si registrano nei territori. Tali differenze determinano, inoltre, flussi di mobilità sanitaria verso le regioni che già oggi possono erogare numerose prestazioni ricomprese nel nuovo nomenclatore allegato al dpcm 12/01/2017». I 5S scelgono l’ironia: «Siamo solidali con i colleghi della maggioranza che sono costretti, dopo le bordate della Corte dei Conti e degli scienziati, a difendere l’indifendibile. Oggi (ieri ndr) ci ha pensato la Ragioneria di Stato a bacchettare l’esecutivo sui Lea, ma ogni giorno spunta un organo indipendente o un esperto del settore che smonta la politica sanitaria del governo parlando di risorse insufficienti».