L’ultima proposta di Pippo Civati ha come sempre un nome e uno slogan spiritoso: le «popolarie», perché «le primarie, chiunque le abbia fatte, sono state sempre troppo nominalistiche» e «noi ci siamo rotti i cognomi». Una boutade? Ma il deputato è serio. Si tratta, spiega, di uno «strumento di consultazione nazionale e locale. Non sul cognome», appunto, ma «sui temi con il sistema di voto alternativo, per cui ogni elettore non è chiamato a dare una preferenza secca ma un ordine di priorità». L’idea ricorda le «primarie delle idee» della Sel vendoliana, ma non ha avuto un seguito.

Civati si rivolge a Si, Mdp, Campo progressista e all’area dei brancaccini) e chiede ormai da settimane di stringere i tempi sulla lista di sinistra di non facile definizione. Per questo propone anche in parlamento «una presa di posizione insieme sull’ennesima, nuova legge elettorale, e un lavoro parlamentare comune per proposte condivise nell’ambito della legge di bilancio».

E legge elettorale e legge di bilancio, ovvero i nodi che verranno al pettine in parlamento nei prossimi giorni, sono stati oggetto di confronto ieri fra Pisapia e Mdp. L’ex sindaco di Milano ieri era a Roma. In serata ha incontrato Nicola Zingaretti alla festa del Pd. Il presidente del Lazio è un fautore del centrosinistra e ha annunciato che si presenterà per il secondo mandato con la coalizione, benché «tutta nuova, molto più larga di quella con cui abbiamo governato». Cosa che fa storcere il naso ai «turborenziani» locali, per ora senza conseguenze. Ma le regionali sono terreno scivoloso a sinistra. Dopo la frattura in Sicilia (Mdp si schiera con Fava, Pisapia ha deciso di non partecipare alla campagna elettorale) l’ex sindaco si prepara a sostenere l’accordo con il Pd anche in Lombardia, Friuli, Molise e naturalmente nel Lazio di Zingaretti. E di Massimiliano Smeriglio, che di Zingaretti è vice e di Pisapia è uomo-chiave a Roma. Mdp dà meno per scontate le alleanze. Ma è al voto politico che ieri ha alluso Pisapia: «Saranno mesi fondamentali per il futuro del nostro Paese», ha detto, «Ma nessuno, piccolo o grande che sia, da solo può fare il cambiamento», «Il Pd non è autosufficiente, dica che da solo non può sconfiggere le destre e il populismo».  E alla sua sinistra: «No alla sola testimonianza, sono convinto che si possa fare un percorso comune».

Le regionali si svolgeranno insieme alle politiche. Ma prima che al pettine arrivi questo nodo «addà passa a’nuttata»: Mdp e Cp debbono trovare una strada comune subito: sulla legge elettorale e sulla nota di aggiornamento al bilancio. Sulla prima Pisapia è, per una volta, d’accordo con la Ditta contro «l’imbrogliellum». Oggi la Commissione Affari costituzionali voterà l’adozione del Rosatellum. Saranno quelli in aula a scrutinio segreto i voti che potrebbero far saltare il banco. Sulla secondail sì di Mdp non è scontato: «Serve discontinuità con le politiche economiche e fiscali», spiega Roberto Speranza, e come ’paletto’ lancia un provvedimento concreto, ma anche simbolico: «Invece di continuare con bonus e regalie fiscali, che non servono a nulla, possiamo togliere il superticket?»