«Un atto di guerra», così il sindaco di Bari Antonio Decaro definisce la decisione del ministro degli Interni Matteo Piantedosi di far partire l’iter per la verifica della possibilità di sciogliere il consiglio comunale di Bari sull’onda dell’inchiesta sui voti di scambio.

«Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari. Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune», ha scritto sui suoi canali social De Caro. E ancora: «L’atto, come un meccanismo a orologeria, segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra. Un atto gravissimo, che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio (guarda caso) alla vigilia delle elezioni. Elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent’anni consecutivamente. Per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita».

L’inchiesta della Dda barese ha descritto un presunto intreccio mafia-politica con scambio di voto alle Comunali del 2019 e ha portato all’arresto di 130 persone lo scorso febbraio.