Ultimo round, questa mattina, per la trattativa sulle pensioni. Le posizioni – in particolare con la Cgil – sembrano distanti e ormai irrecuperabili, visto che la confederazione guidata da Susanna Camusso chiede cambiamenti netti rispetto a quanto già prospettato sabato scorso, e la stessa segretaria si è detta «non ottimista»: e il governo, dal canto suo, non sembra disponibile a ulteriori concessioni. Ieri il premier Paolo Gentiloni ha lanciato un ultimo appello ai sindacati perché «condividano lo sforzo che stiamo facendo» , ma allo stesso tempo ha ribadito che «l’adeguamento dell’età pensionabile all’aumento delle aspettative di vita non può che essere confermato» .

UN PRINCIPIO, quest’ultimo, contro cui ha parlato esplicitamente la stessa Camusso, lamentando che «siamo l’unico Paese in Europa che ha la rincorsa infinita per l’età di pensionamento legata alla speranza di vita, gli altri hanno solo innalzato i punti di arrivo». Secondo la leader Cgil «il governo aveva assunto un impegno con i sindacati dicendo che per il 2018 si sarebbero affrontate le ingiustizie riguardanti giovani e donne, ma questo tema è scomparso dal confronto» .

La Cgil darà il suo giudizio definitivo sul confronto dopo l’incontro, ma già la scorsa settimana aveva fissato una possibile data per la piazza: sabato 2 dicembre. «Il governo non dà segnali – ha detto Camusso intervistata da Radio Articolo 1 – ma «ci si prova sempre fino all’ultimo». «In assenza di risposte – ha aggiunto – bisogna tornare nelle piazze». «Le modalità della mobilitazione – ha concluso – saranno decise nelle prossime ore».

GENTILONI HA LANCIATO il suo ultimo appello dall’Assemblea degli industriali di Alessandria: «L’adeguamento della pensione alle aspettative di vita è un dato di fatto accettato da tutti, anche dai sindacati – ha ribadito – Penso comunque che sia giusto adottare provvedimenti che mostrino attenzione verso talune categorie, per questo abbiamo lavorato in queste settimane alle proposte dei sindacati. I risultati ci sono, la speranza è che si possano adottare con il consenso dei sindacati stessi».

Consenso che non si tradurrà in una firma a un accordo, sarà una scelta del governo portare le conclusioni del tavolo – anche senza unanimità – dentro la legge di Bilancio, per mezzo di una serie di emendamenti: ma tra le possibilità c’è anche quella che, senza una intesa condivisa, tutto si riazzeri.

ESCLUDENDO LA FIRMA di un accordo i sindacati avranno comunque il vantaggio (se può consolare) di non rompere tra loro, pur prendendo vie nettamente diverse. La Cisl già da sabato appare entusiasta dei risultati conseguiti, la Uil è più cauta ma comunque positiva: attende il round finale di oggi per esprimere una valutazione compiuta. La Cgil si prepara alla piazza, peraltro con il sostegno della sinistra: Mdp, Sinistra italiana e Possibile hanno già dichiarato che sfileranno convintamente accanto alle bandiere del sindacato.

Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, è pienamente soddisfatta: «Possiamo portare a casa un risultato importante – dice – smontare l’assunto della riforma Fornero, che non tutti i lavori sono uguali. Io credo che il ruolo sociale dei sindacati confederali sia innanzitutto quello di aprire i negoziati e di portare risultati a casa e oggi è il momento di prenderli». Fondamentale è centrare l’obiettivo prima della fine della legislatura, perché sulla composizione della prossima non v’è certezza: «Se questi provvedimenti non verranno inseriti nella legge di Bilancio – avverte Furlan – bene che vada noi riprenderemo a discuterne tra un anno e cioè nella prossima Finanziaria».

DECISAMENTE POSITIVA anche la Uil, ma spera di aggiungere qualche ciliegina a una torta già sfornata: «Andremo all’incontro con lo stesso spirito con cui abbiamo chiesto questo nuovo appuntamento: ottenere qualche risultato ulteriore rispetto a quanto già conseguito – spiega il segretario generale Carmelo Barbagallo – Per noi è fondamentale che ci sia un impegno per le future pensioni dei giovani, per la soluzione delle disparità di genere che penalizzano le donne e per gli assegni in essere» .

Le ultime proposte di modifica alle regole che governano la previdenza, messe sul tavolo dal premier Gentiloni all’incontro di sabato, sono l’estensione del blocco dell’adeguamento dell’età anche alle pensioni di anzianità, e l’istituzione di un Fondo che favorisca la possibilità che l’Ape sociale diventi strutturale. Quanto al tetto di tre mesi per ogni aumento biennale dell’età pensionabile, la leader Cgil Camusso ha osservato che «non c’è una grande concessione perché questo tetto di fatto c’è già».