Giornate decisive per la composizione delle liste Pd alle europee. Le polemiche interne restano roventi: i deputati uscenti temono di non essere rieletti e chiedono di essere collocati in testa di lista, gli atlantisti non vogliono l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, criticato da più parti, compreso il mondo lgbt, per le sue posizioni vicine a quelle della Chiesa sui diritti delle coppie omosessuali e sull’aborto.

La proposta a Tarquinio però è arrivata direttamente da Elly Schlein. Lui si è dato la consegna del silenzio, ma non sta apprezzando questo esame del sangue, con risvolti che talvolta finiscono per travisare le sue stesse convinzioni, come sul doppio cognome (compreso quello materno) per i figli. Ed è consapevole che, una volta fatta la scelta della politica, sarebbe difficile tornare al mestiere di giornalista che svolge da oltre 40 anni.

In ogni caso, nonostante sia stato contattato da varie forze politiche, lui ha detto di aver preso in considerazione solo la proposta del Pd, «perché si può incidere solo dentro le grandi famiglie politiche europee». «Aspetto che il quadro si definisca e poi riferirò le mie intenzioni a Schlein», spiega al manifesto.

Per lui (sostenuto con forza da big della sinistra interna come Bettini, Cuperlo, e Orlando) è probabile un posto da capolista nella circoscrizione Centro, davanti a Schlein, a Zingaretti e ai sindaci uscenti di Firenze e Pesaro, Dario Nardella e Matteo Ricci. Oltre a Camilla Laureti, l’unica uscente che ha sostenuto Schlein al congresso del 2023. Al sud la testa di lista è già destinata a Lucia Annunziata, seguita da Antonio Decaro, da Schlein, e poi Sandro Ruotolo e Pina Picierno. Nelle Isole la capolista dovrebbe essere la segretaria, seguita dal medico di Lampedusa Pietro Bartolo.

A Nordovest numero uno sarà Cecilia strada, figlia di Gino, seguita dal capogruppo uscente Brando Benifei, da Schlein e poi dall’ex sindaco di Bergamo Giorgio Gori, Irene Tinagli (uscente) e Emanuele Fiano. A Nordest il numero uno, salvo sorprese, sarà il governatore emiliano Stefano Bonaccini, seguito dalla responsabile ambiente del Pd Annalisa Corrado. In questa circoscrizione dovrebbero correre anche le uscenti Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti.

Lo schema che potrebbe uscire dalla direzione Pd fissata per il 15 aprile non è dunque il “panino” immaginato inizialmente da Schlein, con cinque capilista civici e lei in terza posizione. I confronti di questi giorni, che non si sono conclusi (il responsabile organizzativo Igor Taruffi deve incontrare tutti i segreterai regionali) stanno modificando l’impostazione. Non ci saranno solo civici in cima alle liste e la segretaria potrebbe correre non in terza posizione, ma più indietro, per non oscurare gli altri candidati.

Per chi teme di non tornare a Bruxelles il problema resta intatto. Al sud, per esempio, le preferenze andranno a Decaro e, tra le donne, a Schlein e Annunziata, con grave rischio per le altre donne. Al nordovest stesso schema: Strada e la leader rischiano di essere assi pigliatutto, e tra gli uomini Benifei e Gori la faranno da padroni. Al Centro sarà una lotta all’ultima preferenza tra Tarquinio, Zingaretti, i sindaci Nardella (sostenuto dall’areadem di Franceschini) e Ricci.

C’è poi la variabile Ilaria Salis. Il padre e il fidanzato dell’italiana detenuta a Budapest negano che sia arrivata una proposta dai dem. «Se all’ultimo cadesse la candidatura o se non scattasse il seggio sarebbe un boomerang. Spero sia chiaro a tutti il luogo dove è detenuta…», dice il padre Roberto a Huffpost.