Immediate le reazioni in Italia alla notizia dell’arresto del giovane studente egiziano Patrick George Zaky. Una petizione lanciata su Change.org ha raggiunto in poche ore le 2.500 firme chieste dall’amico del 27enne, Amr Abdelwahab.

A seguire il caso c’è il ministero degli Esteri, fanno sapere fonti della Farnesina: il ministro Luigi Di Maio è in contatto con l’ambasciata italiana al Cairo. Interviene anche Virginio Merola (Pd), sindaco di Bologna, la città in cui Patrick sta frequentando il master universitario in Studi di genere: «Mi associo alle preoccupazioni di Amnesty International e spero che si possano avere presto notizie rassicuranti. Dal balcone del nostro Comune sventola lo striscione giallo per Giulio Regeni, anche per questo non possiamo essere indifferenti».

Il riferimento è all’appello di Amnesty Italia, partito non appena la notizia è stata diffusa: «Dovrebbero essere cominciati gli interrogatori – spiega il portavoce Riccardo Noury, da anni impegnato sul fronte egiziano – Basandomi su analogie, se il mandato contiene un reato che non è altro che una legittima attività di denuncia, di informazione, di commento pubblico o critica, scatta l’imputazione per diffusione di informazioni false, minaccia per la sicurezza nazionale, terrorismo poi sarebbe allucinante».

«Siamo preoccupati per il nostro studente – dice all’Ansa Mirko Degli Esposti, prorettore vicario dell’Università di Bologna – e stiamo seguendo attentamente la vicenda in contatto con i ministeri di Istruzione e Interno. Quando i nostri studenti vanno all’estero per conto dell’ateneo, possiamo mappare i loro movimenti, ma in questo caso Zaky era tornato in Egitto a visitare la famiglia».

«Come si fa a considerare ancora l’Egitto un paese sicuro? Il governo italiano chieda l’immediato rilascio alle autorità egiziane e pretenda spiegazioni», il commento su Twitter di Erasmo Palazzotto (Leu), presidente della commissione d’inchiesta parlamentare su Giulio Regeni. «Un altro episodio che coinvolge un regime che quotidianamente calpesta diritti umani e regole democratiche», dice Nicola Fratoianni (Si).