Sono volati schiaffi e pugni ieri nel parlamento turco: a scontrarsi in una dialettica non più solo verbale sono stati i deputati del partito di governo Akp e i repubblicani del Chp.

Oggetto del contendere la riforma costituzionale che ieri ha visto approvati altri tre articoli (abbassamento dell’età per candidarsi da 25 a 18 anni, aumento del mandato parlamentare da 4 a 5 anni, poteri del parlamento) dopo i primi due passati martedì.

La riforma – presentata dal partito di Erdogan con i nazionalisti del Mhp – si articola in diciotto emendamenti, volti a cancellare la figura del premier, garantire al presidente immunità a vita e conferirgli pieni poteri esecutivi (scioglimento del parlamento, veto su tutte le leggi, nomina di ministri, ambasciatori, rettori e di 12 giudici su 15 della Corte Costituzionale, definizione del bilancio statale ).

Il voto parlamentare sulla riforma si svolge con 10 deputati dell’Hdp (partito di sinistra all’opposizione) in prigione. Ieri la Procura di Van ha chiesto l’ergastolo aggravato per la co-presidente Figen Yüksekdag sulla base del contenuto di tre discorsi pubblici tenuti nel 2015, considerati da Ankara «propaganda terroristica».