Ha destato una certa eco l’affermazione di Davide Casaleggio secondo cui presto la democrazia parlamentare potrebbe scomparire nel nostro Paese. C’è chi ha gridato al nemico della democrazia (Battista), al rischio di totalitarismo (Pasquino), all’eversione (Cerasa), chi ha ricordato il rapporto fra rappresentanza e popolo (Mauro), chi ha paventato la tirannide della maggioranza cara a Tocqueville. Lo spettro di Rousseau aleggia su di noi? Perché la previsione, o forse è meglio dire l’auspicio, del giovane imprenditore non è di tipo «decisionista» (impropri i precedenti evocati, da Mussolini a Craxi, a Berlusconi), ma auspica una «democrazia diretta», resa possibile dalle meraviglie...