Riprende quota la polemica tra Gran Bretagna e Russia sul «caso Skrypal». Dopo che l’ex agente dei servizi russi qualche giorno fa era stato dimesso dall’ospedale e condotto in una località segreta da Scotland Yard, l’altro ieri è apparsa sulla televisione britannica per un breve comunicato la figlia di Alexey Skripal, Yulia, anch’essa avvelenata con gas nervino lo scorso 4 marzo a Salisbury.

La ragazza, che è apparsa davanti agli schermi ancora debilitata, si è limitata ad affermare di «voler stare ora accanto al padre» ma anche di «voler in un lontano futuro tornare a vivere in Russia». Tanto è bastato comunque per scatenare i tabloid britannici, che vi hanno visto «un atto di accusa contro Putin».

Non è dello stesso avviso l’ambasciata russa a Londra che ha sottolineato «la cattiva qualità della traduzione». Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha inoltre messo in dubbio «la volontarietà dell’apparizione in televisione».

Peskov ha ricordato anche come siano state messe sotto silenzio le recenti rivelazioni del giornale tedesco Zeit secondo cui negli anni Novanta un ex agente sovietico, passato all’intelligence tedesca, avrebbe fornito un campione e la formula del gas nervino Noviciok ai servizi di sicurezza della Nato.