Volevano fare un’assemblea al teatro Odéon, occupato da 24 ore da una cinquantina di intermittenti dello spettacolo, ma sono stati gasati dai Crs, i celerini. Erano le 19,30 nella piazza del teatro simbolo del 68, quando un cordone di agenti antisommossa ha calzato i caschi neri, eretto gli scudi in plexigas. Una piccola carica è partita. Gli agenti hanno manganellato, e mirato bene agli occhi dei manifestanti in prima fila con gli spray lacrimogeni. La piccola folla di attivisti del movimento Nuit Debout, poco più di duecento persone, è arretrata. Intendevano entrare nel teatro per discutere uno degli aspetti della riforma del lavoro voluta dal governo dei socialisti: lo statuto dei lavoratori dello spettacolo che in Francia beneficiano di un regime speciale.

Poco dopo dal tetto del teatro occupato dagli intermittenti che espongono da ore alcuni striscioni, è giunta la notizia che un gruppo di celerini era entrato nel teatro per cercare di sgomberare gli occupanti. E’ stato deciso di impedire l’assemblea generale del movimento che dal 31 marzo si tiene in piazza de la République. Gli occupanti avevano chiesto di restare nel teatro fino a martedì mattina, per avere il tempo di organizzare l’assemblea generale. Sostengono di volere disporre di un luogo di lavoro per discutere di una legge che inciderà gravemente sulla loro condizione. Dal ministero della cultura è arrivata la risposta: niente da fare. E gli effetti si sono visti ieri sera. La protesta è rimasta ancora in piazza. Si è cantato e lanciato slogan contro il governo e la confindustria francese Medef: “Separarla dallo Stato” si legge su un cartello che ritorna sia nelle manifestazioni che sui social. E’ iniziato così il secondo giorno di occupazione del teatro.

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La pioggia si è fermata , mentre sul tetto dell’antico teatro, poco sopra gli striscioni esposti dai “nuitdeboutistes” si è acceso un neon programmatico: “The World is Yours” – “il Mondo è Tuo”. In inglese. L’istallazione è di Claude Lévêque. Misteri dell’arte contemporanea: oggi interpreta quello che i manifestanti chiedono davvero: viverlo adesso, volerlo subito. Sul terreno, la piazza si è andata ingrossando a vista d’occhio. Il tam tam è arrivato a République. L’appello dal tetto è diventato realtà in basso. In un’ora sono arrivate altre mille persone. Le strade che portano al teatro si riempiono di polizia. Gli agenti stringono i ranghi. Il teatro dove tra una decina di giorni andrà in scena il Britannicus è sotto assedio.

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L’Odèon è il quarto teatro francese ad essere occupato dagli intermittenti da quando è iniziato il movimento. Prima sono venuti quelli di Montpellier, Bordeaux e Caen. All’Odéon i lavoratori hanno scioperato contro il progetto di legge El Khomri il 9 marzo e il 9 aprile. La protesta è contro il taglio di 185 milioni di euro al fondo per disoccupati, precari e intermittenti. Tagli già previsti dal governo e avvallati dalla controparte Medef. I sindacati Cgt e Coordination des intermittents et précaires (CIP) sostengono che questa operazione, prevista dalla riforma, potrebbe aprire la strada alla costruzione di una cassa autonoma, negando agli intermittenti la possibilità di accedere alla “solidarietà interprofessionale”. Per i sindacati il rischio è quello di un disimpegno dello Stato nel caso di un’alternanza politica. L’occupazione del teatro parigino è un modo per fare pressione sui negoziati in corso al ministero del lavoro sul regime di assicurazione contro la disoccupazione dei lavoratori dello spettacolo.

Parigi, manifestazione degli intermittenti dello spettacolo al ministero del lavoro
Parigi, manifestazione degli intermittenti dello spettacolo al ministero del lavoro

In Francia la condizione di intermittenza del lavoro nel settore dello spettacolo è riconosciuta ufficialmente. Il regime del salariato intermittente, riservato ai lavoratori del teatro e del cinema, risale al 1936 ed è stato modificato più volte nel corso del tempo. E’ dalla fine degli anni Novanta, e in particolare dal 2003, che i governi e la Medef cercano di ridimensionare lo status degli intermittenti. Nel 2014 la Medef ha chiesto la soppressione del regime degli intermittenti ricollocandolo in quello generale che regola la disoccupazione. Il nuovo accordo è stato fortemente contestato. La riforma del lavoro El Khomri intende continuare su questa strada.

Gli intermittenti dello spettacolo sostengono che queste modifiche non considerano le condizioni di lavoro precarie in cui si svolge la loro attività: un artista o un tecnico possono lavorare anche solo per un giorno e restare disoccupati per mesi. Il regime speciale permette ai precari di percepire un’indennità e continuare a vivere e ad essere disponibili in un’industria che non garantisce un lavoro continuativo.

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Il regime degli intermittenti si applica a tutti i settori dell’audiovisivo, del cinema, della musica, dello spettacolo dal vivo. Riguarda sia i tecnici che gli operai e gli artisti. Per ottenerlo è necessario lavorare un certo numero di ore all’anno: 507 ore in dieci mesi per i tecnici, per dieci mesi e mezzo nel caso degli artisti. Per i lavoratori del regime “normale” bisogna lavorare 600 ore in 28 mesi. L’indennizzo dura otto mesi per gli intermittenti, mentre in quello generale è calcolato diversamente: una giornata indennizzata per ogni giorno lavorato. Le regole stabilite dal regime degli intermittenti sono considerate la base per creare un sistema di tutele per tutto il lavoro precario.

Giovedì 28 aprile in Francia è prevista una nuova mobilitazione nazionale contro il Jobs Act di Hollande/Valls. Al momento, sono previste manifestazioni in 213 città.

*** Il racconto dell’occupazione dell’Odéon da Tv Debout

***L’occupazione dell’Odèon nel 1968 (video)