È finita con un sit-in “tollerato” in place de la République e qualche scontro dopo 5 ore di attesa la manifestazione “per la verità su Adama” contro le violenze delle polizia e il razzismo, che avrebbe dovuto raggiungere l’Opéra.

Il prefetto di Parigi, Didier Lallement, che aveva indicato di chiudere le saracinesche ai negozianti con botteghe nel percorso previsto del corteo, a metà pomeriggio ha però cambiato gli ordini invocando il Covid. La polizia ha così bloccato la grande piazza con delle barricate, perché la manifestazione non era dichiarata e le riunioni di più di 10 persone restano proibite.

C’ERANO MIGLIAIA di persone (15mila per la polizia), alcune si sono sedute per terra, altre hanno percosso le barricate, molti con il pugno chiuso hanno risposto alla chiusura scandendo slogan per chiedere giustizia contro “il sistema” della violenza. Una “giustizia giusta” ha detto Assa Traoré, la sorella di Adama, che è intervenuta all’inizio della manifestazione, ricordandone i motivi, che vanno al di là della tragica storia del giovane morto a 24 anni in un commissariato 4 anni fa: siamo qui «per denunciare le violenze della polizia, le violenze sociali, la violenza razzista». Una “lotta del popolo francese”, che ha già ottenuto una prima vittoria, per Assa: «La Francia riconosce che c’è razzismo nella polizia».

Lo riconoscono i tantissimi giovani che erano presenti, molti si stanno avvicinando alla politica attraverso la lotta anti-razzista, ma anche dei gilet gialli e le personalità del mondo dello spettacolo presenti (da Ladj Ly a Adèle Haenel e Mathieu Kassovitz), ieri presenti in piazza.

C’erano anche i rappresentanti dei partiti di sinistra, in prima linea, Jean-Luc Mélénchon della France Insoumise, che ha denunciato la gestione dell’ordine del prefetto, che «esaspera le cose perché tutto vada male». Ma sul fronte opposto sono ancora in tanti a non riconoscere che in Francia, come negli Usa, c’è un problema di razzismo e violenza nella polizia.

Nel mondo politico, per la destra dei Républicains «la violenza della polizia non esiste». Marine Le Pen, che non perde occasione per difendere la polizia con l’obiettivo di attirare elettori, ha reso omaggio all’ultra reazionario cattolico Jean Raspail, deceduto ieri, autore di un libro ansiogeno sullo sbarco di immigrati in Costa Azzurra. Il gruppo estremista Génération identitaire con un’azione di provocazione nel primo pomeriggio di ieri ha dispiegato all’ultimo piano di un edificio che si affaccia sulla piazza un enorme striscione – «Giustizia per le vittime del razzismo anti-bianco» – che gli abitanti sono riusciti a far sparire abbastanza in fretta (ci sono stati 12 fermi tra i militanti di estrema destra).

Stasera, Emmanuel Macron interviene in tv, a un mese dalla fine del confinamento, per dare indicazioni sul futuro e sui giovani, che pagano la crisi del post-Covid, mentre la Francia riapre le frontiere interne Ue (con l’eccezione di Spagna e Gran Bretagna, per reciprocità). Il presidente è atteso sul razzismo. Finora, si è limitato a mandare avanti il ministro degli Interni, Christophe Castaner, che dopo aver ammesso il problema di razzismo e violenze e annunciato la messa al bando della tecnica del soffocamento, adesso deve fare i conti con una pericolosa fronda dei poliziotti.

VENERDÌ, CI SONO STATE delle prime prove di forza, qualche decina di poliziotti è partita dagli Champs Elysées per riunirsi sotto le finestre del ministero degli Interni, che è vicinissimo all’Eliseo, per protestare contro le critiche (manifestazione non dichiarata). In alcuni commissariati, dei poliziotti hanno gettato a terra le manette. Il governo, che è debole, teme questa protesta. Dopo Lallement e il direttore della polizia, anche Castaner, che ieri mattina ha reso omaggio a due poliziotti morti sul lavoro nelle Yvelines, ha scritto alle forze dell’ordine per chiarire alcuni punti del suo intervento critico, in particolare sulla sospensione dall’incarico per “sospetto verificato” di razzismo e violenze, mentre ha annunciato un “gruppo di lavoro” per sostituire la tecnica del soffocamento (in queste ore è stato evocato un uso maggiore del Taser, ma l’idea sta suscitando estrema preoccupazione).

I SINDACATI ALLIANCE (il più grosso, molto a destra), Unsa, Synergie, chiedono di essere ricevuti da Macron e parlano di “male profondo” nella polizia. La portavoce del governo Sibeth Ndiaye ha proposto ieri, con prudenza, di aprire il dibattito sulle “statistiche etniche”, che in Francia sono proibite ma che potrebbero aiutare a chiarire l’entità delle discriminazioni. L’ex primo ministro socialista, Jean-Marc Ayrault, propone di cambiare nome a una sala emblematica dell’Assemblée nationale, intitolata a Colbert, ministro di Luigi XIV che ha redatto il Code noir sulla schiavitù.

Ci sono state manifestazioni anche in altre città francesi, Marsiglia, Nantes, Rouen, Montpellier, a Lione c’erano le famiglie di altre vittime – Mehdi, Bilal, Wissam – che come quella di Adama chiedono giustizia.