IIOltre 100mila secondo gli organizzatori, 40mila per la prefettura; il balletto dei numeri non toglie un fatto assodato: c’è una Francia che rifiuta in toto il neoliberismo del presidente francese Macron e che sa farlo anche in risposta alle accuse piovute dopo il primo maggio, giornata nella quale insieme ai cortei si erano avuti anche scontri e azioni dirette contro i «simboli» del capitalismo mondiale.

Anche la protesta è stata voluta per contestare un presidente visto come «il simbolo della finanza, dei banchieri, di una politica che favorisce i ricchi», come hanno sottolineato gli organizzatori della marcia, il deputato de La France insoumise François Ruffin, l’economista Frédéric Lordon ed ex partecipanti al movimento «Nuit Debout».

Con il corteo hanno sfilato quattro carri, tre dei quali con l’effigie del presidente Macron, una volta in veste di Dracula, le altre di Napoleone e Giove mentre sul quarto il comitato organizzatore raccoglieva lamentele e contestazioni. Alla manifestazione è intervenuto Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise: «Siamo un raduno gioioso e sorridente ad immagine del mondo che vogliamo fondare». Tra le tante critiche rivolte all’Eliseo anche l’allineamento di Parigi alle politiche del presidente americano Trump.

Mélenchon ha poi invitato tutti i presenti alla manifestazione a partecipare a un nuovo raduno che si svolgerà in tutte le città della Francia il prossimo 26 maggio. Oltre al corteo di Parigi, cortei di protesta contro Macron si sono svolti anche in altre zone della Francia, Lione, Bordeaux e Tolosa.