Ora basta. Una lettera alla sinistra dai ragazzi
Dopo che ci avete fatto perdere le elezioni, dopo che non avete fatto un’analisi della sconfitta, dopo che avete promesso una ricostruzione della sinistra che puntualmente non è stata fatta, […]
Dopo che ci avete fatto perdere le elezioni, dopo che non avete fatto un’analisi della sconfitta, dopo che avete promesso una ricostruzione della sinistra che puntualmente non è stata fatta, […]
Dopo che ci avete fatto perdere le elezioni, dopo che non avete fatto un’analisi della sconfitta, dopo che avete promesso una ricostruzione della sinistra che puntualmente non è stata fatta, dopo che non c’è stato un rinnovamento della classe dirigente, dopo che non avete dato spazio ai giovani.
Oggi non fate neanche opposizione a questo governo protofascista.
Chiunque sarebbe capace di fare un’opposizione efficace contro questo governo. Se non siete capaci, dimettetevi, fatevi da parte. Se siete in Parlamento e non riuscite comunque a far sentire la vostra voce, smettete di fare politica. Se credete di aver trovato la nuova via a sinistra da soli e contro tutti gli altri, tramite la divisione, smettetela.
Siete rimasti seduti a guardare mentre i forti diventavano sempre più forti e i deboli sempre più deboli, permettendo che chi fosse potente lo diventasse di più e chi fosse svantaggiato sprofondasse nella disperazione. A quelli che hanno provato ad alzare la testa avete risposto che non c’era un altro modo e che erano stupidi loro a non adeguarsi. Vi siete convinti di essere gli unici detentori della verità e, tradendo quel popolo che dovevate rappresentare, avete forse creduto di doverlo guidare, salvo poi risvegliarvi soli quando il popolo non vi ha seguito.
Non vi siete occupati di politiche sociali, avete bollato come populista chiunque proponesse soluzioni ai problemi reali delle persone, non c’è mai stata una reale riflessione sui problemi dell’immigrazione lasciando il dibattito alle contrapposte tifoserie, non siete andati ad ascoltare i problemi di un popolo che tradizionalmente si riconosceva nella sinistra. Vi siete staccati dalla realtà e dai problemi del Paese rinchiudendovi nelle sedi di partito a masturbarvi a vicenda.
Le colpe della sconfitta ricadono anche sull’attuale e sull’emergente classe dirigente di sinistra, che scimmiottando le idee di un grosso movimento di popolo, non sta riuscendo ad attrarre consensi e a fare proposte sensate.
Non vi rendete conto che state facendo estinguere la sinistra in Italia?
Il vero problema del Paese è il lavoro. Oggi le condizioni del mercato del lavoro sono arrivate a livelli allarmanti, che costringono le persone ad accettare lavori con stipendi irrisori e con ritmi troppo spesso infernali, questo problema lo incontra sia chi è giovane e deve trovare il suo primo impiego, sia chi dopo anni si ritrova disoccupato ed è costretto ad accettare condizioni lavorative ai minimi termini perché troppo giovane per andare in pensione.
In Italia non c’è abbastanza lavoro e non c’è una seria politica di ammortizzazione sociale che aiuti chi non ha lavoro e chi lo perde. Domani, i problemi si moltiplicheranno con l’automatizzazione dei processi produttivi e l’economia su internet, che stanno via via distruggendo il mercato del lavoro. Le risposte al lavoro sono un primo, centrale e indissolubile passo per la risoluzione dei problemi sociali, di disagio e invidia, tutti frutto del degrado sociale che si può combattere solo col lavoro.
La politica di sinistra deve ricominciare a dedicare particolare attenzione alle nuove generazioni, ormai abbandonate da anni. Riportando l’istruzione al centro del dibattito politico, investendo in educazione e ricerca scientifica, con politiche sociali ad hoc per i giovani. Creare una legislazione che assicuri le assunzioni e il ricambio generazionale all’interno sia del settore pubblico che del privato.
Questo è il nostro grido di dolore drammatico davanti al vuoto della sinistra in Italia. La sinistra deve dare risposte agli strati della popolazione più sofferenti, garantire lo stato di diritto e difendere la democrazia.
*** Giovani per un altro futuro: Guglielmo, Matteo F., Lorenzo, Matteo S., Luca, Pierfrancesco, Natalia, Mattia, Alessandro, Pietro
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