Alla fine è uscito anche in Giappone Oppenheimer, il lungometraggio diretto da Nolan ha infatti debuttato nelle sale dell’arcipelago lo scorso fine settimana, otto mesi dopo la sua uscita negli Stati uniti. I film non giapponesi vengono spesso distribuiti nel Sol Levante con tempistiche diverse dal resto del mondo, prima di tutto per lasciare spazio ai lavori di casa, ma anche per non entrare in competizione con questi ultimi che, negli ultimi decenni, hanno spesso dominato il botteghino del paese estremo orientale.

Per quel che riguarda il lungometraggio che ha conquistato sette statuette all’ultima notte degli Oscar, la storia è diversa e sono altri i fattori che hanno portato a questa scelta distributiva. Prima di tutto era impensabile far uscire un film che racconta della creazione della bomba atomica – naturalmente c’è molto di più nel lavoro di Nolan – in Giappone ad agosto, mese in cui ricorre la celebrazione dei defunti, e periodo in cui furono sganciate le due bombe su Hiroshima e Nagasaki. Il distributore del film nell’arcipelago, Bitters End, ha poi fatto probabilmente i suoi calcoli scegliendo un periodo di uscita successivo agli Oscar, puntando, con lungimiranza visto il successo, sulla possibilità che Oppenheimer si aggiudicasse qualche statuetta all’evento hollywoodiano. A tutto questo si aggiunga il fatto che, ben prima che il film fosse distribuito nelle sale giapponesi, sono cominciati a circolare dubbi o perplessità sul lavoro stesso, specialmente sull’assenza della rappresentazione della distruzione causata dai due ordigni sganciati il sei e il nove agosto 1945.

Considerando tutto questo bagaglio che il film ha portato con sé ben prima di essere proiettato nelle sale dell’arcipelago, Oppenheimer non si è rivelato il fallimento al botteghino che molti temevano, o si auspicavano. Nello scorso fine settimana infatti, il lungometraggio si è classificato al quarto posto al box office, dietro ad un mystery di casa, Henna ie, e a due lungometraggi animati, ancora produzioni giapponesi, Doraemon e Haikyu!!.
Per avere un’idea e fare un raffronto con il film con cui sarà per sempre legato e ricordato, Barbie, il lavoro di Nolan nei suoi primi tre giorni al botteghino ha incassato 379 milioni di yen, mentre il film con Margot Robbie circa 191 milioni di yen. È vero che sono usciti a distanza di otto mesi l’uno dall’altro, Barbie nell’agosto 2023, ed in due periodi totalmente diversi per quel che riguarda la competizione al botteghino, ma resta comunque una differenza abbastanza significativa.

Per quanto possa essere problematico per uno spettatore giapponese, o forse proprio per questo, il film ha saputo attirare una fetta di pubblico disposto ad aprirsi al mondo rappresentato all’interno del lavoro, anche probabilmente grazie al nome di Nolan e al volano della vittoria alla notte degli Oscar.
Lo scorso dodici marzo, un’interessante iniziativa ha preceduto l’uscita ufficiale di Oppenheimer nelle sale nipponiche. Una proiezione speciale a cui hanno partecipato un centinaio di studenti, di scuole superiori e università, e a cui è seguito un dibattito con il giornalista e regista Tatsuya Mori (A, A2, September 1923), l’ex sindaco di Hiroshima Takashi Hiraoka e altre personalità del luogo. In quell’occasione, sono venuti a galla alcuni dei diversi e possibili modi di relazionarsi al film. Secondo Mori, il fatto di non mostrare la devastazione delle due bombe in Giappone è stata una scelta azzeccata e di maggiore impatto, mentre per Hiraoka è una lacuna che non rende piena giustizia a ciò che accadde e delle conseguenze dell’operato di Oppenheimer.

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