Gli strascichi del discorso del ministro degli esteri russo all’Onu accentuano le polemiche internazionali e l’accordo sul grano resta a rischio. Intanto nell’est dell’Ucraina l’ennesimo bombardamento russo ha colpito Kupiansk, centro strategico di transito tra il Donbass e Kharkiv, e le forze di Mosca continuano a bersagliare le cittadine di Avdiivka e Mariinka. Qui, secondo diversi analisti, si rivolgeranno gli sforzi dell’esercito russo dopo la fine della battaglia di Bakhmut.

TUTTAVIA, AL MOMENTO, è ancora presto per dire quando tale scenario potrebbe realizzarsi. Per ora gli ucraini riconoscono che i soldati russi hanno «migliorato la propria strategia» ma promettono che resisteranno un minuto in più del nemico, fino all’inizio della controffensiva. Sulla quale, tra l’altro, Kiev ha iniziato a diffondere una serie di informazioni contrastanti volte forse a confondere i generali nemici.

Da New York il segretario generale Onu, Antonio Guterres, è impegnato in un difficile lavoro da equilibrista che gli impone di rispettare le formalità dell’organizzazione ma, contemporaneamente, lo costringe a rispondere a tono alle accuse russe. Guterres ha indicato la Russia come responsabile della destabilizzazione globale e ha ribadito ancora una volta che il tanto paventato rischio di escalation nucleare in realtà dipende dalla «condotta irresponsabile» del Cremlino.

A tale proposito, l’ex presidente e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev, si è nuovamente fatto notare per le sue minacce all’«occidente collettivo» e ribadito che «la prospettiva di una guerra nucleare non solo esiste, ma sta crescendo».

Anche il consigliere capo del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, non si è trattenuto e si è spinto a scrivere che la presidenza russa del Consiglio di Sicurezza dell’Onu «umilia la democrazia, la libertà e le convenzioni».

Il fastidio di Kiev per il ruolo russo nella fase più delicata del conflitto in corso non è affatto nuovo, né insolito; ma la strategia retorica che punta il dito contro l’Occidente che si fa umiliare da Mosca, quella sì. Ed è difficile capire quanto sia efficace. Soprattutto se si considera che in fin dei conti la discussione è stata monopolizzata proprio dalla guerra in Ucraina e dai suoi aspetti paralleli.

PRIMA di rispondere a Lavrov, Guterres aveva avuto con lui un colloquio privato a proposito dell’accordo sul grano che permette il transito delle navi commerciali ucraine nel Mar Nero. In una nota ufficiale della segreteria Onu si legge che Guterres «ha consegnato a Lavrov una lettera per il presidente Vladimir Putin con una proposta finalizzata al miglioramento e all’espansione dell’accordo, tenendo conto delle posizioni espresse dalle parti e dei rischi posti dall’insicurezza alimentare globale».

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Non solo, dal Palazzo di vetro hanno anche fatto sapere che il segretario ha ascoltato le preoccupazioni espresse da Mosca e «ribadito l’impegno delle Nazioni unite a continuare a lavorare per affrontare le questioni rimanenti». In altri termini, la segreteria dell’Onu ha cercato di mediare affinché l’accordo sia rinnovato. Tuttavia il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha dichiarato che «le circostanze non sono ancora favorevoli» al rinnovo del trattato e che le richieste russe non sono ancora state soddisfatte.

L’UE, INTANTO, ha ufficializzato attraverso le parole della presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, che ieri sono stati forniti al governo di Kiev «altri 1,5 miliardi di euro nell’ambito del pacchetto annuale di assistenza macrofinanziaria».

«Continueremo ad aiutare l’Ucraina a resistere all’aggressione della Russia – ha detto Von der Leyen – a mantenere in funzione le sue istituzioni e infrastrutture e ad attuare riforme fondamentali». A fine giornata è arrivato dal campo il bilancio definitivo dell’attacco russo a Kupiansk, in cui è stato colpito anche un museo: due morti, sei feriti.