«La nostra missione al valico di Rafah vuole accendere i fari su Gaza: la situazione è drammatica, stiamo superando la soglia certificata dei 30mila morti, senza contare i dispersi sotto le macerie, i 70mila feriti e più di un milione di persone senza accesso a cibo, acqua, sanità».

Con queste parole Alfio Nicotra, presidente dell’Associazione delle organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi), ha aperto ieri la conferenza stampa di presentazione della delegazione italiana in partenza dal 3 al 6 marzo per il valico di Rafah, al confine tra Egitto e il sud di Gaza. Il convoglio umanitario è stato organizzato dalla Aoi nell’ambito della campagna «Emergenza Gaza», in collaborazione con Amnesty Italia, Arci e Assopace Palestina, e con il sostegno dell’intergruppo parlamentare per la Pace in Palestina.

16 parlamentari prenderanno parte alla delegazione, con 13 giornaliste e giornalisti, accademici ed esperti di diritto internazionale. «Non possiamo stare con le mani in mano mentre si sta consumando questa ecatombe di bambini e bambine», conclude Nicotra.

«Un mese dopo che la Corte internazionale di giustizia ha ordinato le sei misure cautelari, la situazione a Gaza non ha fatto altro che peggiorare», dichiara Tina Marinari, responsabile campagne di Amnesty Italia, anche lei parte della delegazione. I deputati Angelo Bonelli e Laura Boldrini hanno chiesto al governo di spiegare perché finora non si sia pronunciato sulla mozione che prevede il cessate il fuoco approvata due settimane fa. «Il governo non ha dato seguito agli indirizzi della Camera e questo lo troviamo molto disturbante e grave», ha dichiarato Boldrini.

Presente alla conferenza stampa anche Raji Sourani, fondatore e direttore del Palestinian Centre for Human Rights di Gaza: «Ue e Usa continuano ad applicare la legge della giungla in Palestina, sebbene da subito nella guerra in Ucraina sia stata riconosciuta l’invasione da parte della Russia e i crimini commessi».

Per AssopacePalestina ha parlato Luisa Morgantini: «Non andremo nell’inferno di Gaza, non ce lo permettono. Ma saremo una presenza importante per dire al mondo che quello che Israele sta compiendo è un genocidio». La delegazione incontrerà a Rafah organizzazioni della società civile, difensori dei diritti umani tra cui Unrwa, Mezzaluna rossa palestinese e Ocha.