Il giorno dopo i titoloni mondiali sulla «nuova variante sudafricana», prevale lo sgomento nel Paese che per primo ha identificato e sequenziato omicron. E che di passare per nuovo untore (anche delle borse) non ci sta. «L’eccellenza scientifica dovrebbe essere applaudita e non punita», si legge nel risentito comunicato del governo che stigmatizza lo stop ai voli dal Sudafrica deciso da Europa e Usa. E lamenta come il trattamento riservato ai paesi in cui sono state individuate in precedenza altre varianti del virus sia stato diverso. Traspare l’orgoglio ferito per il mancato riconoscimento ai ricercatori sudafricani che hanno reso un servizio alle istituzioni scientifiche di tutto il mondo, insieme all’irritazione per misure prese senza l’«approccio scientifico, basato sul rischio, che avranno effetti nefasti sull’economia nazionale.

Anche il capo regionale dell’Oms, Matshidiso Moeti, ha un bel dire che non è corretto parlare di variante «sudafricana», essendo il Sudafrica semplicemente il primo luogo in cui è stata identificata, tra i diversi paesi in cui sono stati registrati dei casi. Ma dalla brutale semplificazione mediatica internazionale, al pari delle decisioni prese in fretta e furia dai governi europei e dalla Casa bianca, emerge evidente il pericolo di stigma.

Tra gli stranieri è già scattata una certa ansia di non poter lasciare il Paese. L’ultimo volo Emirates previsto parte stasera. La Farnesina annuncia che assisterà i cittadini italiani alla luce della nuova situazione. Il blocco intanto colpisce duro anche negli altri paesi dell’Africa australe coinvolti.

Sul piano interno si è protratto fino a tarda sera il vertice tra il presidente Cyril Ramaphosa, i ministri competenti e il National Coronavirus Command Council. Il ministro della Sanità Joe Phaahla ha detto di non escludere limitazioni agli spostamenti interni, per cercare di contenere la propagazione di omicorn. A preoccupare è sempre il Gauteng, motore economico del Paese. Sono qui concentrati gran parte dei 3220 nuovi contagi registrati ieri a livello nazionale. 8 i morti. Dati in leggera crescita, ma il confronto con molti dei paesi che hanno chiuso i ponti con il Sudafrica resta impietoso.