Il traffico bloccato e poi, mentre l’auto nera del presidente Zelensky passa, il boato di una forte esplosione. È successo ieri a Odessa, dove il capo di stato ucraino si trovava per incontrare il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. Per alcuni minuti la confusione è stata tremenda, si temeva davvero che stavolta i russi avessero deciso di stroncare la resistenza ucraina dalla testa. Ma dopo la prima esplosione non ce ne sono state altre, Zelensky e Mitsotakis sono stati messi al sicuro e i rispettivi staff hanno informato il mondo dell’incolumità dei due leader.

I media ucraini sostengono che si sia trattato di un drone, esploso a meno di 200 metri dal convoglio che di lì a poco si sarebbe comunque fermato per permettere ai due politici di presenziare alla commemorazione delle 12 vittime dell’attacco russo del 2 marzo. I vertici dell’Ue hanno condannato duramente l’attacco. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha definito l’attacco «riprovevole e addirittura al di sotto delle regole del Cremlino; un altro segno delle tattiche vigliacche della Russia nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina». La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha «condannato fortemente» il bombardamento, parlando di «nuovo esempio di terrorismo». E l’Alto rappresentante per gli affari esteri Ue, Josep Borrell, ha accusato Putin di «disprezzare qualsiasi norma» e di desiderare «l’escalation del conflitto». Dal canto suo il Cremlino si è limitato a diffondere un asciutto comunicato che non fa menzione alcuna della presenza di Zelensky a Odessa. «Alle 11.40 ora di Mosca le forze armate della Federazione Russa hanno lanciato un attacco missilistico ad alta precisione contro un hangar nell’area portuale industriale di Odessa, dove erano in corso i preparativi per l’uso in combattimento delle imbarcazioni senza pilota delle forze armate ucraine». Ovviamente il comunicato si conclude con la solita formula: «L’obiettivo dell’attacco è stato raggiunto e colpito». Il portavoce della Marina ucraina, Dmitry Pletenchuk, ha confermato che «il nemico ha colpito le infrastrutture portuali della città» e che «cinque persone sono state uccise».

Nella notte l’intelligence ucraina era riuscita a mettere a segno un altro colpo dalla distanza. Un drone teleguidato, era esploso in una raffineria nell’impianto minerario Mikhailovsky, nella regione russa di Kursk, provocando un grande incendio.
Sul versante diplomatico la giornata si era aperta con il diniego della first lady ucraina, Olena Zelenska, a partecipare al «discorso sullo stato dell’Unione» che oggi il presidente statunitense Biden terrà di fronte alle camere. La potenziale presenza della vedova di Aleksei Navalny, Yulia, non era piaciuta a Zelenska a causa delle dichiarazioni del defunto sull’appartenenza della Crimea alla Russia. In ogni caso alla fine anche Navalnya ha declinato l’invito.