Occupare uno spazio, per liberarlo una notte. Così gli studenti che realizzano e sostengono “Scomodo” – il giornale nato dalle scuole romane e oggi con una tiratura da 7500 copie gratuite – si sono incontrati mercoledì notte in via Giustiniano Imperatore nel quartiere intorno alla Basilica San Paolo a Roma. Volevano denunciare la speculazione e sostenere il riuso del patrimonio abbandonato e hanno scelto quello che nella Capitale è ormai noto come il “Bidet”. Costruito dalla società Acqua Marcia legata a Francesco Caltagirone, l’immensa struttura è abbandonata da una decina d’anni. Uno scheletro bianco da 180 camere senza rifiniture e, ancora, senza nome. Uno dei resti di una lunga, e infausta, stagione urbanistica che ha devastato Roma, dal centro alle periferie.

Appuntamento alle 20, pranzo a sacco e notte fino all’alba con la musica. Le feste a sorpresa, e i blitz di denuncia contro le speculazioni urbanistiche e per il riuso del patrimonio abbandonato, sono la cifra politica di questa promettente iniziativa editoriale giunta al terzo numero. E, com’è tradizione nei movimenti giovanili che si aggregano intorno a progetti culturali indipendenti, le feste servono anche per l’autofinanziamento. Scomodo è un giornale “esclusivamente cartaceo” e sostiene un’idea di slow news: le notizie, le inchieste, gli approfondimenti vanno prodotti su carta per creare informazione “critica e indipendente”. In queste serate gli studenti medi e universitari, adolescenti e ragazzi, più di 200 – una redazione di massa e a rete – organizzano anche installazioni artistiche, spettacoli, dj-set. Sono blitz transmediali nel deserto di una città tramortita, sola, buia.

Verso le dieci è arrivata la polizia in tenuta antisommossa. E i ragazzi sono stati sgomberati. La loro unica notte dalle parti di Garbatella è stata evidentemente giudicata troppo “scomoda”. Il “Bidet” intoccabile. Nell’affrontamento con le forze dell’ordine più volte i ragazzi (all’incirca 500) hanno urlato agli agenti: “Chiediamo diritti, cultura, ci danno polizia. Questa è la loro democrazia”. “Ma che fate, avete visto che scempio è questo posto? Noi vogliamo cultura e voi avete caschi e manganelli? Via i caschi, via i caschi!”. E poi, qui e lì, lo slogan che rimbalza dalle lotte francesi contro la riforma del mercato del lavoro “Loi Travail”: “Tout le monde déteste la police”.  “Vergogna!” hanno urlato ancora. Un sentimento diffuso in città che ha trovato, tra gli adolescenti, una voce. Davanti ai cordoni di polizia i ragazzi hanno mostrato il loro giornale, urlando ancora: “Leggi scomodo!”. “Notte scomoda!”.

Qualche manganellata è volata. La composizione sociale è quella che emerge dai licei romani: ci sono i figli di professionisti, di un ceto medio sensibile all’impegno e alla partecipazione, oltre che di alcuni protagonisti dell’attuale scena politica della capitale (il vicesindaco Bergamo, il presidente della regione Zingaretti, il vice presidente della regione Smeriglio). Ciò che più conta è che è scattato un principio di politicizzazione. Al di là delle origini colpisce che a Roma ci siano ragazzi tra 15 e 19 anni disposti a farsi manganellare per difendere un giornale cartaceo auto-prodotto e le iniziative gemmate dal suo primo nucleo: oltre alle “notti scomode” c’è Orfico, progetto di arte visiva e musica d’avanguardia, e Voci della Metropoli, piattaforma multimediale di racconto della città.

La festa si è tenuta lo stesso. La “notte scomoda”, mai espressione è stata più calzante, è continuata nel vicino parco Schuster. I ragazzi lo hanno raggiunto in un corteo improvvisato. Schierati in una carreggiata, compatti e con un buon passo, hanno continuato a sventolare il giornale, simbolo di una comunità culturale appena sgomberata e combattiva. “Leggi Scomodo!”. Non era il libretto rosso, ma un segno di identificazione collettiva attorno alle 60 pagine del giornale distribuito in 120 tra scuole e università che progetta di diventare più grande. Per l’estate è in cantiere un numero di 200 pagine e una tiratura da 10 mila copie. Per realizzarlo, i giovani redattori hanno lanciato un crowdfunding molto articolato. Vogliono raggiungere 25 mila euro per coprire le spese. Un esperimento che potrebbe moltiplicarsi tra gli studenti di altre città.

Sinistra Italiana ha presentato un’interrogazione parlamentare sull’accaduto: “presenteremo nei prossimi giorni in Parlamento – sostiene il segretario Nicola Fratoianni – atti ispettivi affinché l’impegno di questi giovani non sia lasciato da solo nell’azione di denuncia del degrado in cui versa parte del patrimonio culturale di questa città».