«Il limite della proposta di Enrico Letta sulla tassazione delle successioni è che non è preceduta da una spinta sociale. In genere la società costruisce una domanda e la politica, se ne è capace, la raccoglie». A parlare è Mattia Diletti, ricercatore in scienza politica alla Sapienza di Roma. Ormai due anni fa, Diletti insieme ad altri ha dato vita a «Ti candido». Il progetto è ancora in fase sperimentale e prende spunto da «Justice Democrats», la piattaforma che negli Stati uniti spinto al congresso federale e nei parlamenti statali diversi personaggi della sinistra del Partito democratico, a cominciare da Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar e Jamaal Bowman. «Sono outsider che danno voce ai senza potere», dicono da «Ti candido».

L’IDEA È SEMPLICE: raccogliere fondi e distribuirli a candidati e candidate che si impegnino per la giustizia sociale, l’ambiente, la lotta alle discriminazioni. In due anni la piattaforma ha aiutato l’elezione di undici persone. «Selezioniamo profili radicati nei territori con posizioni radicali riconoscibili per le loro battaglie», spiega Diletti. Tra di esse Lorenzo Radice, attuale sindaco di Legnano. Il comune simbolo della Lega è stato strappato alle destre nel 2020, dopo diversi scandali per corruzioni che hanno colpito le amministrazioni uscenti. O la consigliera regionale Elena Ostanel eletta in una lista civica, che sta attualmente scrivendo una proposta di legge regionale sulla partecipazione anche grazie al contributo degli esperti che a rete mette in campo. O Marwa Mahmoud, egiziana di seconda generazione e consigliera comunale a Reggio Emilia.
Da quest’anno, «Ti candido» si avvale della partnership del Forum Disuguaglianze e Diversità. «I partiti faticano a dare spazio a figure fuori dai loro schemi – dice Fabrizio Barca – Per questo abbiamo deciso di impegnarci».

SI DIREBBE che «Ti candido» è espressione della politica liquida, ma per paradosso fa esattamente quello che dovrebbe fare un partito (e che non fa più). Un altro membro del Forum, il sociologo Filippo Barbera osserva: «Si è rotto qualcosa di importante nel nesso partiti stato società». «Di proposte di rottura ce ne sono tante, bisogna dargli le gambe e creare i numeri per fare pressione, tecniche organizzative», aggiunge ancora Diletti. L’estate scorsa, «Ti candido» ha organizzato una «scuola di mobilitazione» alla quale hanno chiesto di partecipare settecento persone. Serviva a mostrare esempi pratici di organizzazione, quella che Diletti chiama «la cucina dell’attivismo radicale». «C’erano esponenti di Barcelona en comù – racconta Diletti – Ci hanno mostrato la campagna elettorale che portato all’elezione di Ada Colau. Il sociologo Marco Omizzolo ha ricostruito la nascita dello sciopero dei braccianti indiani nelle campagne di Latina, Franco Grillini la storia del Cassero di Bologna. E poi abbiamo parlato del community organizing negli Stati uniti».

DA DUE GIORNI è partito il primo crowdfounding, la colletta digitale per raccogliere i soldi da distribuire ai candidati che dal 15 giugno verranno selezionati su www.ticandido.it. In seguito, quando saranno noti i volti dei candidati alle amministrative di autunno, ci sarà il secondo giro di raccolta fondi. Nel mirino di «Ti candido» c’è anche la fine del finanziamento pubblico ai partiti, «che ha creato un tappo alla rappresentanza politica». Dice ancora Diletti: «È immaginabile pensare che in Italia possano partecipare alle elezioni persone che non hanno soldi? Se negli Usa possono emergere candidati radicali lì, si può fare anche qui». E poi c’è un tema generazionale: «C’è poco spazio per quelli che hanno subito le crisi di questi anni». Il patto tra il Forum e «Ti candido» rafforza il profilo dei candidati. «Vogliamo portare nelle istituzioni persone fuori dai giochi di potere nelle istituzioni, visto che i partiti hanno smesso di selezionare classe dirigente», spiega ancora Barbera. Cosa succederà ad un candidato che entra nella squadra di «Ti candido», chiediamo a Barbera, se dovesse venire eletto? «Il Forum sarà a sua disposizione con le sue competenze. Gli eletti faranno rete, e noi con le nostre competenze saremo una struttura di servizio».