Fiorello voce fuori campo scende le scale travestito da Maria De Filippi ‘mi vergogno, non posso uscire cosi…’ E parte Love’s theme, con lo showman siciliano: “Ma a dire il vero – puntualizza – mi sembra di essere Boris Johnson piastrato’, per poi lanciarsi in un’imitazione di Maurizio Costanzo ‘non era facile trovare un 45, volevo ringraziare Fincantieri’. Si lancia in platea e abbraccia Coletta, il direttore di Rai 1, seduto in prima fila, ‘’questa è la nuova Rai1’ per poi ricevere la telefonata in diretta di Maria De Filippi. E in quella che si profila sin dall’inizio come un’estenuante maratona, inizia la sfida dei giovani. Aprono  Gabriella Martinelli e la rapper Lula, brano dall’afflato rock qualche scopiazzatura (l’attacco palese è It’s no good dei Depeche Mode) ma Il gigante d’acciaio racconta le problematiche dell’ex Ilva. Il duo se la vede con il ventitreenne romano Fasma, intro acustico che si apre su un rap con (troppo) autotune. Interpretazione vigorosa così da arrivare sudatissimo alla fine della sfida e vincerla. Subito dopo tocca a Marco Sentieri – un didascalico testo incentrato sul bullismo, Billy Blu, archi soul old school con ennesimo inserto rap – e al professore Matteo Faustini, ballatona piano e archi con incipit devastante: “Hai mai fatto l’amore con gli occhi”. Sic, eliminato: passa Sentieri.

Chiusa la gara, Amadeus omaggia Fabrizio Frizzi: “Se fosse stato vivo questo festival lo avrebbe vinto lui” e annuncia sul palco la vedova del presentatore scomparso Carlotta Mantovan. Stacco pubblicitario e ritorna Fiorello, giacca di velluto rosso, accompagnato da un giovane corpo di ballo che improvvisa con lui una variazione da Stayin’ Alive dei Bee Gees, stacco e siparietto con Amadeus per poi prodursi nell’inedito E’ la classica canzone di Sanremo: “e non so se vi ricordate Toto Cutugno arriva sempre secondo, ma poi si vince e poi ti iamo. Si può dare un po’ di più, si vince solo con le emot. Come mi piace questa canzone”, testo no sense che sembra uscito dalla penna di Elio per una musica che si apre su ritornelli enfatici

Poi è la volta dei big: Piero Pelù, trascinatore con il rock ruvido di Gigante teneramente dedicata al nipotino di tre anni. Amadeus introduce Emma D’Aquino e Laura Chimenti, schermaglia con le due giornaliste che introducono Elettra Lamborghini, aderentissima abito doratos, quasi una Cher latina con il reggaeton di Musica (e il resto scompare), ritornello micidiale e un po’ trash con tanto di twerking finale…

Su tacco 12 entra Sabrina Salerno e si sfiora il dramma: la diva di Boys si incastra su un gradino… Aiuto.  Riprende la gara con Levante e Tikibombomb. A seguire i Pinguini tattici nucleari con Ringo Starr ‘in un mondo di John e Paul io sono Ringo Starr’, pop fino al midollo. A seguire Ferro e Ranieri, li aannuncia Amadeus, sono l’uno la replica dell’altro  – spiega il presentatore. Il pezzo scelto è ovviamente Perdere l’amore con cui Ranieri vinse il festival nel 1988; sfoggio di personalità nell’azzeccato duetto, stavolta Ferro non tradisce l’emozione non scivola come aveva fatto la sera sulle note di Almeno tu nell’universo: l’acuto finale è perfetto. La benedizione di Ranieri arriva con una citazione da Filumena Marturano: “Ora mi puoi chiamare papà”.

Nell’inifinita serata i Ricchi e Poveri nella ritrovata formazione a quattro occupa manu militari il palco per trenta minuti: li avevamo odiati negli anni ’80? La vendetta si serve su un piatto freddo: tutti a ballare in platea e in sala stampa su una versione dance di n classico dei ’60 Everlasting love diventata L’ultimo amore ‘se guardi gli occhi miei e se li chiuderai’ era l’ultimo amore. E parte il medley, parzialmente in plahyback:  La prima cosa bella, Che sarà,  e poi gli hit degli ’80 che la figliola prodiga Occhiena ‘ricanta’ per la prima volta: Sarà perché ti amo e la mazurka di Mamma Maria. La scaletta si dilunga a dismisura, tocca a Zucchero annunciato da Amadeus, poi ritornano Fiorello insieme all’asso del tennis Dovak Dokovic e subito dopo Zucchero, l’uomo da 60 milioni di copie, dai concerti da Miami a Cuba’. Quattro coriste e attacca con Spirito nel buio, La canzone che se ne va dal nuovo album ma a incendiare la platea è soprattutto uno sei suoi primi classici: Solo una sana e consapevole libidine salvo il giovane dallo sport e dall’azione cattolica. Rullata e si chiude: ‘la musica è finita, andate in pace’.

Riprende la gara, Gabbani con Viceversa, buon ritornello ma meno d’impatto rispetto  a Occidentali’s karma con cui vinse Sanremo nel 2017 e il figlio d’arte Paolo Jannacci con Voglio parlarti adesso. Dopo l’appendice di Gigi D’Alessio tocca al nono cantante in gara: Rancore  con Eden. Attacco classico – il tocco di Dardust l’arrangiatore si sente –  uno dei brani più convincenti in questa infinita maratona sanremese: “Noi stacchiamo la coscienza e mordiamo la terra. Tanto siamo sempre ospiti in qualunque nazione”, canta il rapper nato a Roma da padre croato e mamma egiziana. Torna Ranieri con Mia ragione inedito dal prossimo album dell’artista napoletano prodotto da una vecchia conoscenza del pop rock americano, Gino Vannelli. Gara in forte ritardo, torna Tiziano Ferro con un medley di successi (Sere nere, Il regalo più grande, Per dirti ciao). Ottima accoglienza per il rapper dello scandalo, Junior Cally l’ex idolo mascherato, al centro delle polemiche con un suo vecchio brano e qui alle prese con No grazie: con una nemmeno troppo velata polemica contro i popoulisti: “Dovrei puntare il dito contro. E fare il populista, non fare niente tutto il giorno e proclamarti artista. Undicesima artista in gara Giordana Angi, Come mia madre, voce d’impatto con il graffio ma pezzo assolutamente dimenticabile, chiude la kermesse Michele Zarrillo con Nell’estasi o nel fango, canzone vecchia maniera riscattata da una voce piena dal falsetto sempre in agguato. C’è tempo ancora per Laura Chimenti con una lettera alla figlia prima della classifica ancora una volta con i big votati dalla Demoscopica:

Al termine delle esibizioni di tutti e 24 gli artisti, 12 ieri e 12 oggi, questa è la prima classifica generale dei Big in gara al festival di Sanremo, secondo la votazione della giuria demoscopica. Al primo posto Francesco Gabbani, poi a seguire: Le Vibrazioni, Piero Pelù, Pinguini Tattici Nucleari, Elodie, Diodato, Irene Grandi, Tosca, Michele Zarrillo, Levante, Marco Masini, Alberto Urso, Giordana Angi, Raphael Gualazzi, Anastasio, Paolo Jannacci, Achille Lauro, Enrico Nigiotti, Rita Pavone, Riki, Elettra Lamborghini, Rancore, Bugo e Morgan, Junior Cally.