Gli avvocati penalisti indicono tre giorni di sciopero, dal 19 al 21 aprile (mercoledì-venerdì, poi c’è il ponte del 25 aprile), perché accusano il governo di scelte «ispirate al populismo giustizialista» e di ascoltare troppo le ragioni dei magistrati, e immediatamente il ministro della giustizia riceve il presidente della Camere penali. Rassicura che «entro giugno» il governo presenterà nuove riforme del processo penale nel senso che piace ai penalisti. I quali rispondono con «vivo apprezzamento» per la «concreta e fattiva attenzione». Mettendo da parte il fatto che la motivazione dello sciopero, che confermano, era proprio la distanza tra i tanti...