Non c’è pace in Sudan ed anche il nuovo cessate il fuoco ha visto violazioni e attacchi da entrambe le parti in campo. Le accuse del mancato rispetto dell’accordo di una tregua di 72 ore sono reciproche e gli scontri sono estesi a molte regioni del paese.

La capitale Khartoum è stata meno colpita dalla violenza nelle ultime ore, ma le sue città collegate Omdurman e Khartoum North, con le quali forma un unico grande agglomerato di oltre cinque milioni di abitanti, sono diventati epicentri della violenza.

NELL’AREA DI HATTAB, nel quartiere di Bahari a Khartoum North gli scontri sono stati durissimi per la presa di alcuni snodi chiave come i ponti sul Nilo e soprattutto la strada che collega Khartoum alle regioni di Gezira, Al Qadarif, Kassala e Port Sudan. Le Forze di Supporto Rapido hanno attaccato con forza questa arteria per interrompere i rifornimenti all’esercito regolare e il loro controllo dell’area industriale di al-Bagair sul lato occidentale del Nilo Azzurro dove si trova il più grande complesso industriale del paese.

ANCHE OMDURMAN è stata teatro della battaglia, la città gemella di Khartoum ha visto apparire in cielo i droni dell’esercito governativo guidato da al-Burhan per colpire le posizioni dei paramilitari di Hemeti che hanno occupato gran parte del quartiere sud della città, mentre nell’area del palazzo presidenziale i cittadini hanno riferito al corrispondente di Al Jazeera di aver udito l’artiglieria delle Forze di supporto rapido (Rsf) sparare contro gli aerei da guerra dei governativi che sorvolano la zona.

Intanto alcuni leder di spicco del deposto regime di Omar al Bashir sono stati rilasciati dalla prigione di Kober nella zona di Bahari a seguito delle proteste dei detenuti per la mancanza di acqua e gas. Subito dopo la liberazione di questi “alti papaveri” del vecchio regime le Rsf hanno attaccato il penitenziario per liberare alcuni membri vicini ai paramilitari di Hemeti.
GLI EX MEMBRI DEL GOVERNO di al Bashir, ricercati dalla Corte penale internazionale, hanno dichiarato il loro sostegno all’esercito nazionale, invitando la popolazione a sostenerlo, ma al Burhan ha negato ogni collegamento con il loro rilascio. Omar al Bashir resta invece ancora agli arresti nell’ospedale militare di Omdurman dove è ricoverato insieme ad altri quattro ex ministri.

Ma sono diversi i carceri presi di mira dai combattimenti fra le due fazioni, come a Nyala, la capitale del Sud Darfur, dove almeno 750 detenuti sono fuggiti in seguiti ad una rivolta, mentre altre centinaia sarebbero scappati da prigioni di Omdurman e Khartoum.

Intanto le trattative internazionali per fermare la guerra non si sono mai fermate. Un incontro fra i due grandi contendenti, Mohamed Hamdam Dagalo detto Hemeti e Abdel Fattah al-Burhan, potrebbe tenersi molto presto in Arabia saudita, un paese che si è proposto come mediatore insieme agli Stati uniti, dopo aver inizialmente appoggiato i paramilitari di Hemeti.

Anche il Sud Sudan sta lavorando per un piano di pace che possa almeno aprire un tavolo fra i due generali. Il presidente sud sudanese Salva Kiir ha riunito il suo gabinetto per cercare una via per pacificare l’ingombrante vicino. Juba ha volutamente tenuto aperta la propria ambasciata a Khartoum e cercherà di lavorare con gli altri paesi per evitare una catastrofe umanitaria.

I PROFUGHI sono già decine di migliaia e le Nazioni unite stanno cercando di organizzare campi di accoglienza in Ciad e Sud Sudan, ma la situazione resta molto fragile. Dopo che la Cnn ha portato le prove delle presenza del mercenari del Wagner Group in Sudan, cosa sempre negata ufficialmente, il ministro degli Esteri russo Lavrov, durante una conferenza stampa alle Nazioni unite, ha dichiarato che il Sudan ha tutto il diritto di utilizzare i servizi della compagnia di ventura guidata da Evgeny Prigozyn, ammettendone così il peso specifico nel conflitto.

Tutto questo mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme per un enorme rischio biologico dopo che i combattenti hanno occupato un laboratorio di Khartoum con campioni di morbillo, colera, poliomielite ed altre malattie infettive.