Più di 500 navi da crociera all’anno con 1,6 milioni di passeggeri. Un business che prescinde dal devastante impatto delle “città galleggianti” di fronte a piazza San Marco.

La fragilità di Venezia sembra non interessare, anche se le immagini in bianco e nero di Gianni Berengo Gardin hanno fatto il giro del mondo con le Grandi Navi che oscurano la prospettiva delle calli, occupano il canale della Giudecca e incombono sulle “normali” imbarcazioni.

Ma il Comitato No Grandi Navi non molla. Sabato alle ore 18 nella Pescheria di Rialto è in programma l’assemblea pubblica, in vista della nuova mobilitazione a fine mese. «Sappiamo la posizione del sindaco e il governo ha già voltato le spalle e la faccia in tema di Grandi opere. Ora tocca a noi!» si legge nella convocazione.

La rotta è sempre uguale, senza alternative: «Si deve finalmente attuare il decreto Clini-Passera mettendo fine alla fase transitoria che dura da sei anni, fissando la data del divieto di transito delle navi superiori alle 40 mila tonnellate davanti a San Marco». Il Comitato insiste: «Si prenda atto che il Comitatone, convocato dal ministro Del Rio il 7 novembre 2017, non ha preso nessuna decisione che modificasse le scelte compiute nella riunione precedente e la cosiddetta “soluzione Marghera” allo stato non esiste, né nessuna procedura è stata attivata».

Nemmeno la lettera spedita il 25 giugno al premier Conte e al ministro Toninelli ha prodotto effetti. Anzi, ha dimostrato quanto le prese di posizione del M5S veneziano siano evaporate di fronte all’alleanza di governo con la Lega Nord.

Così il Comitato No Grandi Navi torna all’arrembaggio, direttamente in laguna. Sabato 29 alle ore 15 è convocata l’assemblea nazionale dei comitati che si battono contro le Grandi Opere: appuntamento al Sale Docks, i magazzini del sale a Dorsoduro 265. E domenica 30 tutti in barca per i “giochi d’acqua” contro le Grandi navi nel canale della Giudecca.