Nella giornata di ieri migliaia di persone si sono ritrovate a Varsavia davanti all’ambasciata russa per dire nie all’invasione russa del paese vicino. Manifestazioni di solidarietà anche nelle altre città della Polonia. A Danzica i manifestanti in raduno davanti al consolato russo hanno mostrato dei cartelli con la scritta «Putin=Hitler», uno slogan proposto anche in molte altre parti d’Europa. Intanto Varsavia si dichiara pronta ad accogliere gli ucraini in fuga dal proprio paese. In verità la Polonia si era già mossa in anticipo nei giorni scorsi.

Qualche giorno fa i presidenti dei voivodati avevano chiesto ai sindaci delle amministrazioni locali presenti sul proprio territorio di preparare una lista delle strutture per ospitare gli ucraini: diversi studentati, ostelli e scuole nel voivodato di Lublino e in quello della Precarpazia, uniti alle strutture messe a disposizione dalla Caritas, dovrebbero bastare ad accogliere i primi flussi. Intanto, il governo guidato dalla destra populista di Diritto e giustizia (Pis), ha predisposto 8 punti di accoglienza lungo il confine che serviranno anche a facilitare la presentazione di richieste d’asilo. Ieri ai valichi di Dorohusk e Hrebenne le code di veicoli si sono fatte più lunghe del solito in tarda mattinata ma la situazione è al momento ancora sotto controllo.

Per il numero due del ministero dell’Interno polacco Paweł Szefernaker la giornata di oggi si rivelerà cruciale per capire l’entità della situazione: «Al momento il flusso ai posti di frontiera con l’Ucraina è moderato ma la polizia di frontiera è pronta a intervenire», ha dichiarato Szefernaker. Ma le fatidiche 24 ore potrebbero non bastare a valutare tutta la portata di una potenziale crisi migratoria alle porte dell’Ue. La scala dell’operazione militare della Russia in Ucraina si sta allargando in modo imprevedibile nelle ultime ore coinvolgendo diverse città in uno dei paesi più estesi d’Europa.

Lontano dalla capitale Kiev e dagli altri grandi centri le infrastrutture non reggono il confronto con quelle degli altri paesi del continente. Il viaggio su quattro ruote per tanti ucraini potrebbe essere molto lungo. Ecco spiegato perché l’ondata migratoria rischia di abbattersi sul confine orientale dell’Ue un po’ più tardi del previsto. Altro che minoranza, il numero di ucraini presenti ufficialmente in Polonia, ritornato ai livelli pre-Covid, viaggia intorno ai 1.4 milioni di cittadini. Si tratta di una vera e propria «maggioranza» che Varsavia sembra disposta a far crescere ulteriormente per garantire la manodopera di cui il paese lungo la Vistola ha bisogno per continuare a crescere. Ma in presenza di un esodo di massa di persone non in età lavorativa, il governo polacco potrebbe trovarsi costretto a chiedere aiuto a Bruxelles e agli altri paesi Ue.