«La Russia ha capacità sufficienti per rispondere in modo adeguato al dispiegamento di missili a lungo raggio statunitensi in Europa, anche se le potenziali vittime in questo caso saranno le capitali europee», ha dichiarato ieri il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Rispondendo alle domande dei giornalisti a un giorno dalla chiusura del vertice Nato di Washington, Peskov ha sottolineato che Mosca risponderà «certamente» alla mossa annunciata dagli Usa. E il fedelissimo di Vladimir Putin non ha lesinato una stoccata alla Germania, che ospiterà i missili Tomahawk e di altro tipo a partire dal 2026: «C’è sempre stata una situazione paradossale: gli Stati uniti hanno schierato in Europa una serie di missili di diversa gittata, che sono tradizionalmente rivolti verso il nostro Paese. Di conseguenza, il nostro Paese ha designato le località europee come obiettivi per i nostri missili».

In questo clima infuocato è arrivato l’appello di 51 premi Nobel per un cessate il fuoco immediato in Ucraina e a Gaza. La lettera aperta è stata pubblicata dal giornale russo Novaya Gazeta, diretto dal premio Nobel per la pace Dmitri Muratov, ed è indirizzata alle parti in conflitto, a papa Francesco, al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, al Dalai Lama, all’Onu, al Parlamento Ue, al Consiglio d’Europa e ai capi religiosi di islam ed ebraismo. I firmatari sottolineano che attualmente nel mondo sono in corso almeno 55 conflitti armati e che le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina «si sono ripercosse in diversi Paesi, provocando un peggioramento della fame in Africa, una nuova crisi migratoria nei Paesi europei e portando, attraverso acqua, pane e latte, tonnellate di sostanze nocive rilasciate durante ogni bombardamento sulle tavole degli abitanti di tutti e sei i continenti».

Dura la critica all’industria delle armi: «i bilanci della difesa mondiale sono cresciuti così tanto da essere paragonabili alle risorse sufficienti a rallentare il cambiamento climatico globale. Uccidendosi a vicenda, le persone uccidono contemporaneamente il pianeta». E infine: «Fate appello a tutti i cittadini del mondo e ai governi durante le Olimpiadi. Che tutti i miliardi di persone che guarderanno i giochi si uniscano a voi nel chiedere la pace. Dobbiamo fare in modo che i nostri figli ci sopravvivano. Invece di distruggerci a vicenda, lavoriamo per salvare il nostro pianeta». Intanto, però, in Ucraina e a Gaza continuano gli scontri. Nel paese est-europeo le vittime civili ieri sono state 12 e almeno 30 i feriti, mentre nella zona dell’ospedale di Khan Younis i morti potrebbero aver superato i 100.