Più che il terremoto, galeotto fu il grande imbroglio mediatico. La balla del «miracolo» berlusconiano che andava bucando gli schermi a reti unificate e agiva come un brainwashing collettivo, anche sugli stessi aquilani. Loro quattro invece malgrado lo shock avevano mantenuto la lucidità. Erano giovani, tutti intorno ai 30 anni: Nello Avellani aveva deciso di lasciare Roma e il suo lavoro a Radio Popolare, e di rientrare nella città natale proprio nel momento più nero della sua storia moderna; Roberto Ciuffini era praticante giornalista; Mattia Fonzi e Alessandro Tettamanti vagavano nel mondo dei free lance mentre mettevano radici nei movimenti...