E’ rimasto in silenzio per settimane. Poi ieri, ad un mese esatto dall’assassinio di Jamal Khashoggi compiuto nel consolato saudita di Istanbul, Benyamin Netanyahu è sceso in campo a sostegno di Riyadh e dell’erede al trono Mohammed bin Salman ritenuto il mandante dell’eliminazione del giornalista. «Quanto successo è orrendo e questo va affrontato debitamente. Al tempo stesso va detto che è molto importante per la stabilità del mondo, della regione che l’Arabia Saudita resti salda», ha detto il premier israeliano al termine di un incontro a Varna con la sua controparte bulgara Boyko Borisov. «Il problema maggiore è l’Iran», ha aggiunto perentorio. Si parla di possibili sanzioni americane nei confronti di rappresentanti sauditi coinvolti nel caso Khashoggi, incluso Mohammed bin Salman. Quest’ultimo è un personaggio chiave dell’impalcatura del nuovo ordine mediorientale che hanno in mente Netanyahu e Trump, in cui per l’Iran sarà molto debole e la questione palestinese marginale. Il rampollo reale saudita, che ha già le redini del paese, è nemico giurato di Tehran e ha accusato i palestinesi di essere i responsabili del mancato accordo di pace con Israele.
Netanyahu corre in soccorso di Mohammed bin Salman
Khashoggi. Il premier israeliano ieri la prima volta ha commentato l'assassinio del giornalista saudita dissidente: «Quanto successo è orrendo ma è molto importante che l'Arabia Saudita resti salda»
Khashoggi. Il premier israeliano ieri la prima volta ha commentato l'assassinio del giornalista saudita dissidente: «Quanto successo è orrendo ma è molto importante che l'Arabia Saudita resti salda»
Pubblicato 4 anni fa
Pubblicato 4 anni fa