Neppure la presenza degli ispettori Aiea ha indotto Russia e Ucraina a interrompere i bombardamenti nella zona. Le installazioni attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia continuano a essere oggetto di colpi di artiglieria e razzi durante tutto il periodo di permanenza dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.

Per questo il sito è stato disconnesso dalla rete da 750 kV che permette di mantenere in attività gli impianti ausiliari, tra cui le pompe che permettono la circolazione dell’acqua nel circuito di raffreddamento nei reattori. Gli ispettori hanno però constatato che il ripristino dell’energia necessaria è stato pressoché immediato grazie alla linea di riserva. Oggi solo il reattore 6 è ancora funzionante dopo che l’unità 5 è stata disconnessa lo scorso 3 settembre.

LA DIFFERENZA, rispetto a prima del 1° settembre, giorno in cui la missione internazionale è entrata nella centrale, è che oggi l’Aiea ha informazioni di prima mano e, soprattutto, sicure in quanto testimoniate dalla presenza dei funzionari dell’agenzia.
I due esperti rimasti dopo che il resto della squadra è rientrato a Vienna, hanno continuato ad inviare dati e rapporti alla sede centrale confermando che i reattori non hanno subito danni e che non vi è pericolo di incidenti con rilascio di radiazioni.
Alexander Volga, capo dell’amministrazione civile-militare di Energodar, la città satellite della centrale di Zaporizhzhia, ha fatto sapere che la Rosatom prenderà presto il totale controllo del sito nucleare.

«Una commissione della Rosatom è già costantemente presente a Zaporizhzhia e questa estate è iniziato il conto alla rovescia per il completo trasferimento della centrale dalla Compagnia nazionale di energia nucleare ucraina alla Russia». Volga ha anche aggiunto che «gli ispettori dell’Aiea stanno lavorando direttamente con i tecnici della Rosatom per risolvere insieme i problemi».
Questo naturalmente non significa, come invece vorrebbe far intendere l’amministrazione della città ucraina occupata dall’esercito di Mosca, che l’Agenzia atomica internazionale stia dando la sua approvazione al trasferimento della proprietà della centrale alla Russia.

La presenza militare nella centrale e della Rosatom, l’agenzia atomica di stato russa, è una situazione con cui gli ispettori devono convivere per poter procedere al loro lavoro di controllo, a prescindere dalla posizione politica e legale già più volte espressa dallo stesso direttore dell’agenzia internazionale, Mariano Grossi.

Sia Grossi che il segretario generale dell’Onu, António Guterres hanno infatti continuato ad affermare che la centrale di Zaporizhzhia appartiene all’Ucraina e che l’energia generata dai suoi sei reattori deve essere gestita da Kiev.

LA AIEA STA BENE ATTENTA a non lasciare che vi siano ambiguità sulla sua posizione in merito alla proprietà del sito nucleare, in quanto questo potrebbe causare un precedente pericoloso per altre situazioni di conflitto tra Stati sul cui territorio sorgano centrali o impianti nucleari di significativa importanza.

Questo è stato anche il principale punto di contrasto tra Russia e Ucraina nelle trattative al fine di raggiungere un accordo per permettere alla missione Aiea di aver luogo. L’Ucraina ha insistito sul fatto che gli ispettori raggiungessero la centrale dalla città di Zaporizhzhia, controllata dall’esercito di Kiev, ma lontana circa 120 chilometri dalla centrale e a più di due ore d’auto. Mosca aveva invece proposto di far entrare la squadra con visto russo e alloggiarla nella città da loro controllata di Energodar, a pochi minuti dalla centrale.

La scelta caduta sulla città di Zaporizhzhia, nonostante la scomodità logistica, è stata fatta proprio per cancellare fraintendimenti sulla posizione dell’Aiea.

DI FRONTE AI BOMBARDAMENTI a cui è esposta la zona attorno alla centrale ucraina, Erdogan ha offerto a Mosca la sua mediazione, confermandosi come attore di primo piano nella guerra in corso. La Turchia sta costruendo la sua prima centrale nucleare commissionata alla Rosatom che fornirà quattro reattori Vver da 1.200 MW ciascuno. Una volta completata (secondo i programmi la connessione alla linea elettrica nazionale è prevista nel 2023), la centrale nucleare di Akkuyu fornirebbe il 10% dell’energia generata dal Paese. A differenza della Finlandia, che ha sospeso la costruzione della centrale di Hanhikivi a causa delle sanzioni della Comunità europea verso la Russia, Ankara, nonostante sia all’interno della Nato, non ha interrotto i rapporti economici con Mosca.

Erdogan sta sfruttando così la sua figura di collegamento privilegiato tra Comunità europea/Nato e Russia per ottenere quel consenso internazionale che era stato messo in dubbio a causa delle continue violazioni dei diritti umani interni e contro la comunità curda.