Al National Film Archive of Japan di Tokyo si terrà, dal prossimo 7 febbraio fino al 26 marzo, un’imponente retrospettiva intitolata Women Who Made Japanese Cinema: From the Silent Era to the 1960s. Si tratta della prima parte di un vasto programma che vuole affrontare la storia del cinema giapponese da un punto di vista solitamente poco considerato, e cioè ponendo l’attenzione non su registi o attori, ma sulle donne che lavorando nell’industria cinematografica, anche come registe, ma il focus è maggiormente rivolto a chi si trovava di solito dietro le quinte, sceneggiatrici, montatrici, costumiste, segretarie di edizione e così via, hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo della settima arte nell’arcipelago.

Si parte con la proiezione di alcuni film a cui partecipò negli anni trenta Yoko Sakai, una delle prime segretarie di edizione nell’industria, per poi passare a Yoshiko Okada, attrice per il grande schermo durante gli anni venti. Okada, che fu una delle prime donne a recitare davanti alla macchina da presa, le parti femminili erano infatti interpretate di solito da uomini (onnagata), nel 1930 fondò, prima donna nel suo paese, una compagnia di produzione cinematografica, la Okada Production. Nel periodo d’oro del cinema giapponese, gli anni cinquanta, troviamo alcune delle più grandi sceneggiatrici nipponiche, tra cui Yoko Mizuki

TAZUKO SAKANE è considerata la prima regista donna del Sol Levante, purtroppo il suo primo lavoro, Hatsu sugata del 1936, è considerato perduto, ma in seguito continuò a lavorare nell’industria cinematografica, sia in film documentari che come aiuto regista, nel montaggio o come sceneggiatrice per Kenji Mizoguchi. Per questa retrospettiva sarà proiettato proprio Elegia di Osaka del 1936 di Mizoguchi che fu montato da Sakane. Se l’industria cinematografica, specialmente per quel che riguarda il ruolo del regista, è stata e continua ancora per certi versi, ad essere fortemente maschiocentrica, una posizione che invece ha offerto alcune possibilità per le donne, anche per l’origine letteraria del lavoro, è stata quella di sceneggiatore.

Durante il periodo bellico, fra le figure più importanti in questo ruolo ricordiamo almeno Noriko Suzuki, a Tokyo saranno presentati due film da lei scritti, Chokoreeto to heitai e Hana tsumi nikki. Nel periodo d’oro del cinema giapponese, gli anni cinquanta, troviamo alcune delle più grandi sceneggiatrici nipponiche, tra cui Yoko Mizuki, che collaborò spesso con Tadashi Imai and Mikio Naruse. Durante la retrospettiva sarà proiettato
Kiku to Isamu, da lei sceneggiato, uno dei primi film dove i protagonisti sono giapponesi di colore (figli di soldati americani e donne giapponesi).

DI SUMIE TANAKA, autrice femminista che scrisse anche per Naruse, sarà presentato invece The Eternal Breasts, capolavoro diretto nel 1955 da Kinuyo Tanaka, attrice e regista recentemente riscoperta anche a livello internazionale. Altro nome importante è quello di Natto Wada, moglie e collaboratrice a livello di scrittura di Ichikawa Kon, la sua figura fu così importante che una volta ritiratasi dalle scene nel 1965, lo stile e la carriera di Ichikawa cambiò e non di poco. Una parte importante del programma è dedicato alle donne che hanno lavorato nei documentari, filmati industriali, o lavori Agit-Prop.
Se il nome della documentarista Sumiko Haneda, qui presente con due film, è tornato alla ribalta in questi ultimi anni, meno conosciuti sono quelli di Toshie Tokieda, regista di Town Politics—Mothers Who Study del 1957, o delle animatrici Matsue Jinbo, Yukiko Arima e Kyoko Nakamura, autrici di cortometraggi a passo uno per la casa editrice Gakken sul finire degli anni cinquanta e distribuiti anche al di fuori dell’arcipelago.

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