L’America di Trump è precipitata in un buco nero di aggressività feroce. Per fortuna certi settori della società resistono a produrre bellezza e contenuto. Come Weyes Blood, cantautrice californiana che con questo disco ci consegna il suo capolavoro. Se in origine il tessuto era un songwriting asciutto sempre tenuto sul bilico del lo-fi, questa volta si dà corpo e sostanza a idee già apparse qui e là nei lavori precedenti. E dunque tessiture orchestrali sontuose, canzoni sensate oblique e magnifichedagli azzardati profili melodici che spiazzano al primo ascolto, e entusiasmano al secondo.