«Vi sono immensamente grata perché insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione. Anche stavolta non ci hanno visto arrivare”. Sono queste le prime parole da segretaria di Elly Schlein dal suo comitato elettorale a Roma [qui il testo integrale del suo discorso] dopo la vittoria alle primarie contro Bonaccini: il presidente dell’Emilia Romagna si è fermato al 46,45% (500.032) dei consensi contro il 53,8% (587.010) della nuova leader dei dem.

«Il popolo democratico è vivo ed è pronto a rialzarsi» ha sottolineato Schlein. «E lavoreremo su questa fiducia: è un mandato chiaro a cambiare davvero, come abbiamo detto in queste settimane. Volti, metodo e visione. Con una linea chiara che metta al centro il contrasto a ogni forma di diseguaglianza, il contrasto alla precarietà per un lavoro di qualità, per un lavoro dignitoso e anche per affrontare con la massima urgenza e serietà l’emergenza climatica».

Proprio il lavoro è stato il tema centrale del suo discorso: «Saremo quel partito che non si dà pace finché non avremo posto un limite alla precarietà o un limite ai contratti a tempo determinato, finché non avremo abolito gli stage gratuiti, lottato per portare a casa il salario minimo. E lo dico già da ora, l’ho detto in queste settimane, ci rivolgeremo a tutte le altre opposizioni per fare questa battaglia insieme, per dire che sotto una certa soglia non è lavoro: è sfruttamento».

La vittoria di Elly Schlein è stata subito accolta con favore dal segretario della Cgil, Maurizio Landini, che in un’intervista a La Stampa ha sottolineato proprio l’importanza «di mettere al centro i bisogni di chi per vivere ha bisogno di lavorare. L’obiettivo deve essere il superamento della precarietà, il diritto a realizzarsi nel proprio lavoro, riforme che redistribuiscano la ricchezza». Come? «Una vera riforma fiscale e un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori che ponga fine alla competizione fra dipendenti ed autonomi». Il tutto «in una cornice di politiche pubbliche basate sul diritto alla salute, alla conoscenza e a un lavoro dignitoso».

«Ho votato Schlein. Su di lei ho un giudizio positivo, da tempo dopo avere scoperto la sintonia su intreccio tra questione ambientale e sociale. Elly ha avvicinato il partito ai giovani, incarna il ricambio generazionale e di genere». Così in un’intervista a La Repubblica Achille Occhetto, ha salutato la vittoria di quella che è la prima donna alla guida del Pd. Ed è tutto di Schlein, secondo l’ex segretario del Partito Democratico della Sinistra, il merito del successo in termini di partecipazione: «Ha portato una ventata di aria fresca».

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Per Goffredo Bettini, che ha affidato a un commento su Facebook l’analisi del risultato, «l’elezione di Elly Schlein a segretaria del Partito Democratico è un fatto politico di enorme rilievo. L’indirizzo che ha voluto dare la maggioranza del Pd è inequivocabile: si mette a capo del partito, per la prima volta, una donna e una femminista; si dà un segno di radicale innovazione, anche tenendo conto della giovanissima età di Elly Schlein; si è espressa, in forme diverse, una spinta a collocare il Pd più a sinistra».  Ora, però, «è fondamentale ricomporre uno spirito unitario, e le prime parole di Bonaccini dopo la sconfitta sono in questo senso incoraggianti».

Anche Schlein, già nel discorso di ieri sera, ha teso una mano allo sfidante, uscito sconfitto dalla contesa: «Lavoreremo insieme nell’interesse del paese e nell’interesse del partito».

Dal centro, però, c’è chi già strizza l’occhio agli sconfitti. Maria Stella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione, usa quasi le stesse parole di Maria Elena Boschi (Italia Viva), che già ieri sera si è detta certa di una fuga degli elettori da un Pd a suo avviso troppo spostato a sinistra: «Per noi – le parole di Gelmini – è l’ennesima conferma: costruire la casa dei riformisti è sempre più impellente, sempre più necessario. Noi siamo pronti».

Il M5s saluta la vittoria di Schlein con favore, anche se come ha sottolineato il sociologo Domenico De Masi ieri sera durante la maratona tv del manifesto, per Conte un Pd di sinistra potrebbe essere un problema: «Rischia di occupare lo spazio che Conte non è riuscito a riempire».

Non a caso Giuseppe Conte ha subito cercato di mettere in evidenza come gli elettori Pd abbiano «chiesto un cambiamento rispetto a chi ha barattato le misure del Conte 2 su lavoro, ambiente, povertà, sostegno a imprese e ceto medio con la vuota agenda Draghi. Su questi temi noi abbiamo già da tempo progetti chiari».

Sulla stessa linea la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato Barbara Floridia: «Finalmente ho ascoltato parole simili alle nostre. Su giustizia sociale, lotta ai cambiamenti climatici, salario minimo, più risorse e più attenzione alla scuola pubblica e alla sanità il Movimento 5 Stelle c’è da tempo con proposte chiare. Passiamo ai fatti».