Non si ferma la repressione dei registi in Iran. Ieri è stato confiscato il passaporto a Mani Haghighi impedendogli di salire a bordo del volo che lo avrebbe portato al BFI London Film Festival. Haghighi avrebbe dovuto presentare lì il suo ultimo film Subtraction.

In un video che sarà mostrato stasera prima della proiezione, il regista ha dichiarato: «Mi dispiace molto di non poter essere lì con voi. Le autorità iraniane non mi hanno dato alcuna spiegazione ragionevole per il loro comportamento.
Mentre tornavo a casa dall’aeroporto, mi sono chiesto: perché il regime iraniano dovrebbe voler impedire a me, un regista, di lasciare il mio paese? E mi sono venute in mente due teorie. La prima è questa: un paio di settimane fa ho registrato un video su Instagram in cui criticavo le leggi iraniane sull’hijab obbligatorio e la repressione dei giovani che protestano. Forse le autorità pensavano che trattenendomi qui avrebbero potuto tenermi d’occhio più da vicino, forse minacciarmi e zittirmi. Bene, il fatto stesso che sto parlando con voi in questo video mina in qualche modo quel piano. La seconda teoria è che questo sia un esilio al contrario, che facciano del mio paese e della mia stessa casa una prigione insopportabile. Lasciate che vi dica che essere qui a Teheran in questo momento, è una delle più grandi gioie della mia vita. Non posso esprimere a parole la gioia e l’onore di poter assistere in prima persona a questo grande momento della storia. Preferirei essere qui che in qualsiasi altra parte del mondo».