Paola Muraro è indagata e Virginia Raggi sapeva. L’assessora con la borsetta e la sindaca impettita si muovono nel pomeriggio, coscienti di serbare un segreto ancora per poco, consapevoli di dover gestire questo passaggio delicato. Vanno dal Campidoglio verso palazzo San Macuto, sede della commissione parlamentare sulle eco-mafie e sul ciclo dei rifiuti. Qui si è fatta luce sulla questione delle indagini che coinvolgono Muraro.

L’audizione ha subito impattato la questione spinosa. Quando il presidente della commissione Alessandro Bratti le chiede se avesse ricevuto notifiche di atti di indagine, arriva l’ammissione. Che viene esternata a colpi di codice: «A fine luglio – ha detto Muraro – sono venuta a conoscenza di un 335, diciamo così, articolo 256 comma 4» dice l’assessore esprimendosi in gergo. Bratti si rivolge ai parlamentari. Tra di essi figura la piddina Laura Puppato, colei che presentò Muraro al collega pentastellato Stefano Vignaroli che a sua volta poi la introdusse a Raggi. Bratti traduce per i non giuristi: «Informo la commissione di aver inoltrato oggi alla Procura di Roma una richiesta formale per conoscere se Paola Muraro sia persona sottoposta ad indagini. La Procura ci ha risposto che procede nei suoi confronti…».

L’indagine riguarda dunque il reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata. «Sapevamo che era stato aperto un fascicolo da fine luglio, non appena ci saranno maggiori informazioni prenderemo provvedimenti. Al momento è tutto troppo generico». Perché hanno negato? «Noi abbiamo detto il vero: non c’è stato avviso di garanzia», ha replicato Raggi. Lei sapeva, dunque, ma ci tiene a precisare che avrebbe subito informato i «vertici nazionali». Tuttavia, da altre fonti si apprende il contrario: sia i membri del direttorio e che gli esponenti romani del mini-direttorio che dovrebbe affiancare Raggi nei momenti chiave pare fossero all’oscuro dell’indagine. Dopo due ore arriva no le prese di distanza di Carla Ruocco, del Direttorio: «Preciso di non conoscere la dott.sa Muraro e che apprendo da fonti giornalistiche le sue vicende giudiziarie». Quanto alle telefonate con Buzzi «sono state solo tre, ci davamo del lei, svolgevo un mero lavoro di segreteria», si difende Muraro.

Alla sindaca è concessa solo una parentesi per illustrare il vasto programma della sua amministrazione in tema di rifiuti: «chiudere il ciclo». «Ama si occupa della parte più onerosa: la raccolta – spiega – Poi paga privati affinché li trattino. Il nostro obiettivo è fare in modo che possa vendere la materia prima seconda e trarre utilità da questa attività». Quanto al coinvolgimento nella gestione del ciclo di Acea, Raggi ha sottolineato che il comune «non ha intenzione» di dismettere il suo 51 per cento e di non aver ancora parlato con gli altri soci, specie i francesi di Suez che hanno acquisito alcune delle quote di Caltagirone.

I prossimi giorni saranno ancora caldi. L’indagine su Muraro fa vacillare le posizioni degli altri assessori indipendenti della giunta, i quali si sono presi qualche giorno per valutare le dimissioni e chiudere alcuni dossier. Si era parlato di maggiore collegialità, si vorrebbe dare il segnale di un cambio di metodo, si sono diffuse fotografie di incontri collettivi per vagliare curriculum. Ma come raccontano diversi assessori, la riunione giunta di venerdì scorso, all’indomani delle dimissioni a catena, si era chiusa con la semplice comunicazione della sindaca circa l’imminenza di nuove nomine per i posti lasciati vacanti. Solo in seguito dagli organi di stampa, gli assessori hanno saputo delle decisioni della sindaca e hanno appreso i nomi di Manuel Fantasia, l’amministratore unico di Atac che ieri ha fatto sapere di aver tagliato qualche centinaio di corse, parlando di «riorganizzazione» e di Raffaele De Dominicis. A lui toccherà prendere in mano la gestione del debito e, ad esempio, avere a che fare con le diverse pressioni che quella stessa magistratura contabile che ha lasciato solo qualche mese fa opera sugli uffici del comune, sulla gestione del patrimonio e il riconoscimento di canoni sociali e tariffe agevolate. Sempre ieri, a proposito di nomine, sono proseguiti gli incontri per la scelta del capo di gabinetto che succederà a Carla Raineri. Circola con insistenza la possibilità che sia stata esaminata la posizione di un alto ufficiale dell’Arma dei carabinieri.

Con schiettezza De Dominicis, ex procuratore generale della corte dei conti del Lazio, ha spiegato in che modo sia maturata la sua nomina ad assessore al bilancio nella giunta di Virginia Raggi, fa parlare ancora delle relazioni professionali della sindaca e di come potrebbero influenzare la sua amministrazione. «Un amico, l’avvocato Sammarco, mi ha chiesto la disponibilità e io ho ritenuto di dovermi mettere a disposizione» ha detto De Dominicis, aprendo un nuovo fronte delle polemiche con le opposizioni. Raggi risponde con un video di un paio di minuti: si mostra serena e sorridente ma evita di spiegare i suoi rapporti con lo studio legale che lavorò per Cesare Previti: «Abbiamo già trovato qualche piccola resistenza ma non ci spaventiamo: lo sapevamo, e andiamo avanti», dice.