Dopo la decisione di martedì del Comitato Olimpico dei giochi invernali del 2018 di ammettere gli atleti russi solo a titolo individuale e «sotto bandiera neutrale» – a causa dello scandalo doping seguito ai giochi di Soci del 2014 – è arrivato ieri il già annunciato semaforo verde di Putin. «Senza dubbio non impediremo ai nostri atleti di prendere parte ai giochi, se qualcuno di loro vorrà partecipare a titolo individuale».

Il presidente russo ha aggiunto: «Bisogna dire che in parte siamo anche noi colpevoli perché abbiamo prestato il fianco perché ciò avvenisse». Ma ha denunciato anche il carattere politico della decisione: il doping «è stato utilizzato per fini poco puliti».

Una dichiarazione più dura è stata affidata a Marya Zacharova, portavoce del ministero degli esteri: «Ciò che ci hanno fatto, storicamente, è normale per i nostri “amici”. Sappiano che non ci sconfiggeranno. Siamo passati attraverso la guerra mondiale, il crollo dell’Urss e le sanzioni…sopravviveremo».

Il sì di Putin ha fatto tirare il fiato a molti atleti che si stavano preparando all’evento da quattro anni. In mattinata alla Duma sia i comunisti sia la destra di Zirinovsky avevano a muso duro chiesto il boicottaggio dei giochi. E la tv di Stato ha annunciato che non acquisterà i diritti per le dirette