«Questa nave che solca il Mediterraneo deve salvare vite, non abbiamo altra legge. È fatta per dare vita. Perché uomini e donne possano ritrovare il sorriso e una sponda per essere liberi». Lo ha detto ieri sulla nave Diciotti della guardia costiera monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, in occasione dell’omelia per il 400° Festino di Santa Rosalia, patrona del capoluogo siciliano.

«Nel Mediterraneo ci sono uomini e donne che cercano pienezza di vita perché vittime di cambiamenti climatici indotti soprattutto dalla popolazione che abita nel nord del mondo; uomini e donne che scappano da guerre maturate da quanti vogliono il potere, uomini e donne che scappano da fame e povertà», ha aggiunto Lorefice.

La Diciotti è stata utilizzata per soccorrere i migranti a sud di Lampedusa fino al 2018, salvandone migliaia. Tra il 20 e il 26 agosto di quell’anno, nell’estate del Papeete, è stata bloccata nel porto di Catania con a bordo 177 naufraghi. Per quei fatti i pm di Agrigento hanno contestato a Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, il reato di sequestro di persona. Il caso è passato al tribunale dei ministri che ha chiesto il rinvio a giudizio. Nel marzo 2019, però, il Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere. Diversamente dall’analogo «caso Open Arms» per cui Salvini è a processo.