Era stata una bella festa di sport sabato sera l’incontro dei mondiali di calcio tra Russia e Croazia. La Croazia aveva vinto ai calci di rigore passando probabilmente meritatamente alle semifinali e la la nazionale russa malgrado i suoi limiti tecnici, riconosciuti da un po’ tutti gli addetti ai lavori, si era battuta in modo commovente fino all’ultimo, uscendo però sconfitta.

I tifosi russi accorsi allo stadio e in tutte le piazze e i bar delle città russe avevano comunque tributato, malgrado la sconfitta, un grande saluto alla propria squadra con caroselli e bandiere della nazionale sventolate fino all’alba da ragazzi e ragazze entusiasti. Massimo rispetto ed educazione anche nei confronti dei tifosi croati accorsi arrivati in Russia per tifare e sostenere la loro squadra.

Ma a rovinare un pochino questa serata ci ha pensato negli spogliatoi dopo la partita il difensore croato Domagoj Vida che davanti alle telecamere si è lasciato andare a un “Gloria all’Ucraina!” seguito da un suo ex compagno di nazionale che ha dichiarato di “dedicare la vittoria al popolo ucraino”. Una dichiarazione fuori luogo stigmatizzata persino dalla stampa croata. Il giornale Sport Arena ha scritto che quella di Vida è stata una “vera provocazione, visto i problemi che esistono tra Ucraina e Russia sono a tutti noti” mentre il quotidiano Dnevno ha sostenuto che il giocatore “ha superato la linea rossa, all’interno di una manifestazione sportiva”.

Neppure i tifosi russi hanno voluto dare troppa enfasi a un gesto di maleducazione e scortesia ancor prima che politico. “I croati non possono essere giudicati male solo perché uno di loro si dimostra un imbecille.” dice Liudmila avvolta in una bandiera tricolore russa alla Tv.

La Fifa dopo aver visionato l’intervista ha deciso ieri di non squalificare il giocatore ma lo ha ammonito a non “ripetere simili comportamenti nel proseguo di una manifestazione che resta per sua natura apolitica”. La federazione russa, dal canto suo, si è limitata a un laconico quanto significativo “no comment” sull’episodio.