Due giorni fa, e non accadeva dalla fine della Seconda guerra mondiale una nave militare italiana è finita sotto attacco e ha dovuto aprire il fuoco. È accaduto al cacciatorpediniere Duilo, impegnato nel mar Rosso. E non è un dettaglio che tutto ciò si sia verificato quando ancora il parlamento non ha votato il via libera alla missione europea Aspides, della quale l’Italia ha pure il comando tattico.

IERI, LE COMMISSIONI riunite esteri e difesa a Montecitorio hanno approvato la deliberazione del Consiglio dei ministri dello scorso 26 febbraio in merito alla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali per l’anno 2024. Oltre al rinnovo di quelle già in essere, tra cui quella in Ucraina, è passato anche l’ok ad Aspides e Levante. Maggioranza e opposizioni si sono espresse per il sì, con l’eccezione del Movimento 5 Stelle che si è astenuto. Il capogruppo Francesco Silvestri ha annunciato: «Stiamo valutando di fare delle osservazioni o delle condizioni, prenderemo una posizione al punto di vista del governo». Questa mattina, alle 9, il provvedimento arriva in aula, anche se la conferenza dei capigruppo ha deciso che qualora non fosse disponibile la relazione delle commissioni, si svolgeranno le comunicazioni del ministro degli esteri Antonio Tajani, con successivo voto sulle risoluzioni.

DOVREBBE esserci anche il ministro della difesa Guido Crosetto, in queste ore è impegnato in Albania per l’apertura della nuova base aerea Nato di Kuçova. Aspides è il seguito di quanto approvato dall’Unione europea nelle scorse settimane. Il mandato dura un anno e prevede l’impiego di un dispositivo «integrato» nell’area del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano Nord-Occidentale, in sinergia con le Missioni Eunavfor Atalanta, Emasoh, Combined Maritime Forces per proteggere le navi civili in transito davanti alle coste dello Yemen dagli attacchi provenienti dalla terraferma. La missione Levante riguarda, invece, l’impiego di un dispositivo militare per il contributo nazionale allo scopo di recapitare interventi umanitari a favore della popolazione palestinese della Striscia di Gaza a seguito al conflitto in Medio Oriente. 

DUE EMENDAMENTI del Pd su cui è arrivata una riformulazione del governo sono passati in commissione. Una delle due proposte impegna l’esecutivo a sostenere l’azione diplomatica «nel quadro di un forte impegno europeo per la de-escalation nel Medio Oriente, il cessate-il fuoco a Gaza e la pace nell’intera regione». L’altro, riformulato, è riferito all’operazione Levante e impegna il governi a farsi promotore di una azione diplomatica «volta a favorire la consegna del materiale di natura umanitaria anche attraverso la creazione di corridoi marittimi verso porti nella striscia di Gaza». La missione ha compiti non più «eminentemente difensivi», come si leggeva nella prima versione della deliberazione. Ora vengono definiti solo «difensivi» senza altre aggettivazioni, secondo quanto limato dopo le proteste delle opposizioni che chiedevano di cassare l’avverbio nell’intenzione di rendere più stringente, e conforme alla Costituzione, il mandato.

CIÒ NON È sufficiente, secondo Alleanza Verdi Sinistra, che non era presente in commissione e che oggi esprimerà voto contrario. Per come sono configurate, spiega Marco Grimaldi, c’è il rischio che le missioni siano autorizzate a colpire le basi houti e dunque finiscano per favorire l’escalation. «Noi sosteniamo tutte le misure a fianco delle popolazioni colpite dalle guerre – sostiene Grimaldi – Siamo impegnati anche oggi per il cessate il fuoco in Medio Oriente, con una nostra delegazione a Rafah. La missione nel mar Rosso rischia di aumentare il livello del conflitto soprattutto se si autorizzerà l’attacco alle basi nello Yemen. Per questo non voteremo una missione che autorizza attacchi militari». Dal M5S invece, fanno sapere di accogliere positivamente le modifiche apportate al testo in commissione. Ma aspettano di leggere questa mattina il testo della risoluzione di maggioranza. «Ne presenteremo comunque una nostra – dicono in serata da via Campo Marzio – Ma esiste la possibilità di votare a favore, alcune garanzie sono passate».