L’ennesima strage. Nella tarda mattinata di ieri un attacco russo ha colpito il centro di Vinnytsia, capoluogo regionale del territorio omonimo nell’Ucraina occidentale. Al momento il bilancio è di 21 morti, tra cui tre bambini, almeno 150 feriti, dei quali circa 50 in modo grave.

LA CITTADINA era diventata tristemente nota nei primi giorni di guerra per l’attacco alla torre delle telecomunicazioni che aveva prodotto molta impressione sui media. Ma la guerra altera la percezione del tempo e questi ultimi cinque mesi sembrano anni a chi li ha vissuti in prima persona. Difatti non ci si attendeva che un attacco di tale portata fosse lanciato all’improvviso.

Secondo Kyrylo Tymoshenko, vice-capo del gabinetto del presidente ucraino Zelensky, il bombardamento è stato effettuato usando missili da crociera Kalibr lanciati da un sottomarino russo situato nel Mar Nero. Igor Klymenko, il capo della polizia nazionale, ha riferito che le esplosioni hanno riguardato un edificio per uffici, un sito culturale, un centro medico e alcuni palazzi residenziali adiacenti. Mentre chiudiamo questo articolo i soccorritori del Servizio nazionale per le emergenze stanno ancora scavando tra le macerie, man mano che trascorrono le ore scema però la possibilità di estrarre vivi gli oltre 46 dispersi.

QUALE POSSIBILE obiettivo militare o strategico ci fosse nelle vicinanze, tanto da richiedere l’uso di un Kalibr, non è ancora chiaro e il Cremlino non si è espresso in merito. Il presidente ucraino, dal canto suo, ha subito dichiarato: «Che cos’è questo, se non un aperto atto di terrorismo?» Per il ministro degli esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, l’attacco è da interpretare come una risposta simbolica alla conferenza che si stava svolgendo in contemporanea presso il tribunale internazionale dell’Aja nella quale si stavano discutendo le responsabilità della Federazione Russa per i crimini nel territorio ucraino. Per questo, Kuleba ha chiesto che si istituisca un tribunale speciale «per portare i vertici militari e politici della Russia davanti alla giustizia».

Il bombardamento di Vinnytsia arriva a cinque giorni dall’attacco a Chasiv Yar, nel quale il bilancio ufficiale, dopo giorni interminabili di scavi tra le macerie, sembra essersi finalmente chiuso toccando la cifra di ben 48 vittime.

DEL RESTO, ieri i bombardamenti russi hanno continuato a colpire le aree già vessate da mesi di attacchi, in particolare nell’est e al sud. In Donbass l’oblast di Donetsk è stato teatro di diversi lanci nelle zone di Mykolayvka e nei dintorni di Bakhmut. Al momento si contano 4 morti e 7 feriti e si attende di capire la sorte della cittadina di Siversk. Da giorni sotto il fuoco degli invasori e data per conquistata ieri da alcune fonti della Lnr – la secessionista Repubblica popolare di Lugansk – ma ancora controllata stabilmente dagli ucraini. Se la strategia di Mosca dovesse confermare la tendenza degli ultimi giorni, i prossimi attacchi saranno volti proprio a isolare l’area tra Bakhmut e Siversk dal resto della regione in modo da prendere il controllo del crocevia autostradale che lì connette le direttrici verso il centro e verso Slovjansk e Kramatorsk. Secondo il governatore della regione, Pavlo Kyrylenko, i bombardamenti delle ultime ore sarebbero stati effettuati tutti con lanciarazzi di tipo Uragan, più potenti dei “normali” Grad.

NEL SUD continuano gli attacchi a Zaporizhzhja e Mykolayiv. La prima è stata colpita da due missili nella giornata di mercoledì e solo ieri le autorità locali hanno reso noto che la zona colpita si trova in una zona commerciale della città senza specificare il nome delle strutture colpite ma segnalando la presenza di 14 feriti al momento ricoverati in seguito all’attacco. Parlare di Mykolayiv, invece, è sconfortante: qui i missili colpiscono ogni giorno da mesi e anche ieri diversi missili hanno colpito il centro urbano lasciando sul terreno l’ennesimo civile morto.

A poca distanza, nel territorio di Kherson che è il principale obiettivo della possibile controffensiva ucraina nel sud, alcune fonti locali (supportate da filmati e fotografie diffuse on line), riportano l’esplosione di un altro deposito di munizioni nella città occupata dai russi fin dai primi giorni di guerra.