Neanche il realismo magico di Gabriel Garcìa Màrquez sarebbe potuto arrivare a tanto. In poco più di un mese è accaduto di tutto in Nicaragua, con l’inaspettata attribuzione alla 23enne Sheynnis Palacios del titolo di “Miss Universo”. A cominciare dallo spiazzante annuncio in diretta tv (dalla vicina San Salvador) con i nicas che si riversavano in massa per le strade di tutto il paese per festeggiare con balli, urla e pianti l’evento, in una sorta d’irrefrenabile quanto liberatoria euforia. Sfidando le drastiche proibizioni poliziesche di manifestare in vigore dal 2018 quando la rivolta popolare antiregime di quei tre fatali mesi fu soffocata nel sangue con un bilancio di 350 morti e duemila feriti.

Rosario Murillo
Assistiamo a tentativi di manipolazione del meritato trionfo di una bella ragazza. Si tratta di malvagia comunicazione terroristica di vampiri
PALACIOS FU FOTOGRAFATA allora mentre sventolava una bandiera bianca e azzurra nazionale (assurta oggi a simbolo di resistenza). Ma soprattutto apparve cantando Nicaragua, Nicaraguita al fianco del cantautore per eccellenza del decennio rivoluzionario: Carlos Mejia Godoy (oggi in esilio a San Francisco), autore pure dello storico inno del Fronte Sandinista. La giovane mantenne in seguito un profilo piuttosto basso. Fino a riproporsi con orgoglio quest’anno con tanto di laurea in Comunicazione sociale, giusto poco prima della clamorosa chiusura e confisca dell’Università Centroamericana dei gesuiti che frequentava.

Il titolo conferito a Sheynnis costituisce una sorta di riscatto per gli studenti nicaraguensi che guidarono quella ribellione, gran parte dei quali sono stati costretti a lasciare il paese. Figlia di una ragazza madre, si manteneva grazie a una borsa di studio e vendendo buñuelos (tipico dolce casereccio locale).

DANIEL ORTEGA e la copresidente (oltre che consorte) Rosario Murillo in un primo momento non hanno potuto che abbozzare uno stentato «il Nicaragua è in festa con la sua Regina»; oltre a inviare un messaggio di felicitazioni ai suoi familiari tramite l’altrettanto giovane sindaca di Managua. Salvo scoprire a posteriori che già prima dell’imprevedibile verdetto, avevano disposto che Palacios non potesse più fare ritorno nel proprio paese. Con tanto di avviso alla compagnia aerea Avianca (poi prontamente rimosso). Come è accaduto del resto in questi cinque anni a centinaia fra oppositori, giornalisti, attivisti sociali e religiosi nicaraguensi recatisi all’estero.

Non solo. Il Canal 13, di proprietà di tre dei figli della coppia presidenziale, aveva definito spregiativamente la candidata nicaraguense (in trasmissioni dei giorni precedenti, subito cancellate) come Miss Buñuelo, Miss Tranquera (barricadiera) e persino Miss Covid.

DI LÌ A POCO MURILLO ha iniziato col mettere le mani avanti di fronte ai «tentativi di manipolazione del meritato trionfo di una bella ragazza». A farne per prima le spese, da capro espiatorio, è toccato a Karen Celebertti, proprietaria del marchio Miss Nicaragua, che al rientro all’aeroporto capitalino è stata rimessa sull’aereo (con destino Città del Messico) e privata seduta stante della nazionalità per «tradimento alla patria», accusata di aver manipolato il concorso «in favore di oppositrici del governo, convertendolo in un’imboscata politica finanziata da agenti stranieri». Ma prima ancora suo marito e il figlio, tornati per primi da San Salvador, erano stati tradotti direttamente in carcere. Con loro portavano i voluminosi bagagli di Sheynnis (perquisiti dagli agenti). Mentre la premiata si è trasferita direttamente a New York per prendere possesso per un anno (come da protocollo) dell’appartamento di Miss Universo. Non senza inviare prima un messaggio solidale all’«amica» Karen e dichiarandosi «onorata di rappresentare il paese nel resto del mondo».

A nulla è servito, al momento, che Celebertti abbia rinunciato alla titolarità della griffe di Miss Nicaragua. L’erede designata dovrebbe essere nientemeno che la nuora degli Ortega, Xiomara Blandino (ex Miss Nicaragua 2007, quando già Celebertti dirigeva la kermesse) accasata con il loro figlio Juan Carlos, a sua volta direttore del Canal 8.

TUTTO SAREBBE ORA RIENTRATO nei ranghi in Nicaragua, compresa la riverniciatura imposta dalla polizia di un murale a Estelì che riproduceva la nuova Miss Universo. Ma il caso ha assunto una tale risonanza internazionale da scatenare le ire furibonde di Murillo, che in uno dei suoi grotteschi discorsi radio quotidiani del mezzogiorno, ha parlato di «malvagia comunicazione terroristica di vampiri». La bruja (strega) o papessa, come la chiamano laggiù, aveva appena finito di “normalizzare” l’ultimo baluardo indipendente del paese, la Chiesa cattolica, vietando le messe nei cimiteri nel giorno dei morti e le processioni per la festa della “Purissima” (8 dicembre). Lei antiabortista, con una trentina di anelli alle dita (ognuno contro un malocchio differente) che tiene sotto ricatto il marito per averlo coperto dalle accuse della figliastra Zoilamerica per abusi subiti da bambina.

OSSESSIONATA dalle crepe interne del regime che l’hanno portata il mese scorso a destituire ben 900 funzionari della Corte suprema, a partire dalla sua presidente. Che ha appena cacciato dal paese la Croce Rossa Internazionale. E che deve far fronte alle critiche di esiliati sandinisti di prim’ordine come il Premio Cervantes Sergio Ramirez, o la Premio Poesia Iberoamericana Gioconda Belli (entrambi a Madrid) o ancora della mitica comandante guerrillera Dora Maria Tellez (negli Usa); tutti privati della cittadinanza nicaraguense nonché espropriati dei propri beni.

Mentre Vilma Nuñez (ai domiciliari, per dirigere la commissione dei diritti umani) e il vescovo Rolando Àlvarez (raggiunto in carcere proprio l’altro giorno da un altro prelato, monsignor Isidoro Mora) sono stati tra i finalisti del recente Premio Sakarov del Parlamento Europeo. Ci mancava solo Miss Nicaragua incoronata Miss Universo…

LEI HA DETTO di non avere timore di tornare in Nicaragua. Ammesso che la facciano rientrare. Imprigionarla sarebbe il colmo. Ma anche impedire una sua visita sarebbe assai imbarazzante. Di certo è in corso una trattativa su eventualmente il quando, il che dire e il che fare.

Sta di fatto che Sheynnis Palacios, senza averlo cercato, è diventata un emblema della resistenza al regime orteguista.
Di certo col suo ultimo vestito dai colori bianco e azzurro della bandiera nazionale sarà in antitesi all’altro bicolore rosso/nero del Frente Sandinista di Liberación Nacional, un tempo sinonimo di lotta rivoluzionaria. E che oggi vediamo misteriosamente abbinato all’”insolito” ambasciatore del Nicaragua in Spagna (oltre che in Grecia, Slovacchia, Cechia e Andorra) Maurizio Gelli: figlio di quel “venerabile” Licio che ricevette direttamente dalle mani del dittatore Francisco Franco l’onoreficenza di primo e più giovane legionario fascista italiano. Ma, come se non bastasse, abbinato pure al nipote del capo piduista (figlio di Maurizio) che si chiama Licio come il nonno, ambasciatore degli Ortega/Murillo a Montevideo.