Lunedì a Tunisi è previsto l’arrivo del commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. Poi, nei primi giorni di aprile, la commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson sarà nel paese nordafricano con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e l’omologo francese Gerard Darmanin. Spaventata da una crisi economica che potrebbe portare la Tunisia al tracollo l’Unione europea prova a correre ai ripari, sapendo bene che un eventuale default del Paese nordafricano finirebbe per scatenare una fuga di massa verso le coste italiane. «Se crolla la Tunisia rischiamo 900 mila profughi» ha detto la premier Giorgia Meloni a Bruxelles durante i lavori del Consiglio Ue.

Gentiloni incontrerà il presidente Kais Saied e la premier Najla Bouden con i quali discuterà di nuovi aiuti economici dell’Unione in cambio di riforme socio-economiche promesse dal governo. Sullo sfondo il prestito da 1,9 miliardi di dollari del Fmi che per ora resta ancora congelato e che sarà argomento anche dell’incontro che Saied avrà in seguito con Johansson e i due ministri italiano e francese. Ma quel giorno, sul tavolo ci sarà soprattutto la questione migranti e come fermare le sempre più numerose partenze verso l’Europa.

I numeri degli arrivi di questi giorni rendono più di ogni altra cosa l’idea di come, al di là delle retorica del governo, gli sbarchi siano sempre più massicci. Oltre quattromila persone nelle ultime 48 ore, la metà delle quali a Lampedusa in un solo giorno: «La situazione è critica», ha spiegato ieri il sindaco dell’isola Filippo Mannini. «Non si può sperare nel cattivo tempo per dare tregua alla macchina dei soccorsi e dell’accoglienza, siamo tutti esausti».

I punti di imbarco sono in Libia e Turchia, ma soprattutto dalla Tunisia, con decine e decine di barche di tutte le dimensioni che prendono il mare e a bordo uomini, donne e bambini originari di Congo, Camerun, Nigeria, Costa d’Avorio e Guinea, Sierra Leone, Siria, Tunisia, Marocco e Burkina Faso. Alarm Phone ha segnalato almeno 20 barche in due giorni, di alcune delle quali non si hanno notizie, mentre la Guardia costiera tunisina ha fermato tremila persone su 79 imbarcazioni.

Sono invece 161 le persone tratte in salvo dalla nave Life Support di Emergency in tre differenti operazioni di soccorso. Prima di dirigersi verso Ortana, porto indicato da Viminale, l’equipaggio ha segnalato alle autorità almeno altre 4 imbarcazioni in difficoltà nella ratta tra la Tunisia e Lampedusa. E altri 727 migranti sono stati soccorsi dalla nave Diciotti della Guardia costiera.

Non mancano, purtroppo, i naufragi. Due si sono verificati in zona Sar di Malta e hanno provocato la morte di undici persone. Sul posto sono intervenute le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di Finanza che insieme a un peschereccio tunisino hanno soccorso i sopravvissuti.