Novantadue migranti, tra i quali anche sei bambini, trovati nudi e feriti sulla sponda greca dell’Evros, il fiume che segna il confine terrestre tra Turchia e Grecia. Due capitali, Atene e Ankara, che si rimpallano responsabilità accusandosi a vicenda di maltrattare gli uomini, le donne e i minori che cercano di arrivare in Europa. E infine l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni unite per i migranti, che adesso chiede un’inchiesta per accertare cosa sia davvero successo, chi e perché abbia abbandonato, dopo averle picchiate e derubate di tutto, anche dei vestiti, quasi cento persone disperate lungo uno dei confini più battuti e militarizzati d’Europa.

Sembra che non ci sia limite alle violenze con cui ormai da molti mesi sia la Grecia che la Turchia si rimpallano i migranti, quasi fossero pacchi e non persone. L’ultimo episodio risale al 14 ottobre scorso, quando la Guardia di frontiera greca insieme agli uomini di Frontex, l’Agenzia europea per le frontiere, durante un pattugliamento lungo il confine non distante dalla città di Orestiada sono incappati nel gruppo che aveva attraversato l’Evros a bordo di alcuni gommoni. In prevalenza afghani e siriani, erano tutti senza vestiti, alcuni accovacciati sulle gambe per proteggersi dal freddo, molti con ferite sul corpo, segno dei maltrattamenti subiti. Secondo le autorità greche gli uomini avrebbero raccontato di essere stati trasportati a bordo di tre veicoli militari turchi nei pressi della frontiera e poi di avere ricevuto l’ordine di togliersi i vestiti e di imbarcarsi.

«Il comportamento della Turchia è una vergogna per la civiltà. Ci aspettiamo che Ankara indaghi sull’incidente e protegga, finalmente, il suo confine con l’Ue», ha subito accusato il ministro greco per l’immigrazione Notis Mitarachi. A sua volta u portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha definito le accuse «infondate» e accusato a sua volta Atene di respingere le persone oltre il confine prima che possano presentare domanda di asilo. I migranti non sono l’unico motivo di attrito tra i due Paesi e molti osservatori ritengono che la tensione sia ormai tale da non escludere la possibilità di un incidente militare.